L'ira all'ippodromo di Montegiorgio
"Finisce tutto, non ci saranno più cavalli"

L'ira all'ippodromo di Montegiorgio "Finisce tutto, non ci saranno più cavalli"
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Mercoledì 4 Giugno 2014, 11:42 - Ultimo aggiornamento: 14 Giugno, 21:23
MONTEGIORGIO - Si lavora a singhiozzo, senza certezze e quando questo clima investe un'azienda, la fine. All'ippodromo sono davvero stufi. "La situazione dell’ippica italiana, al di là di coloro che credono anche alle promesse, al di là delle dichiarazioni forti, sempre smentite dai fatti". Lancia l'ennesimo grido di allarme Salvatore Mattii dell'ippodromodi Montegiorgio, per decenni fiore all'occhiello dell'economia marchigiana e fermana. Il trotto così non va più, si rischia la chiusura non più temporanea ma totale. Addio ad un'altra economia che ha arricchito il territorio.



"Cerco di fare ordine perché dal Ministero non vengono mai dati ufficiali e la verità diventa un lusso per pochi intimi ma da alcuni fatti si potrebbe arrivare molto vicini alla realtà" inizia uno dei rappresentanti delle famiglie proprietarie dll'ippodromo di Montegiorgio.



"Per l’anno 2013 il trotto ha avuto per le corse ordinarie (tolti i 7,5 milioni dei Gran Premi) poco più di 50 milioni, con una media di circa 4 milioni 200 mila euro ogni mese. Nei primi 4 mesi dell’anno in corso sono stati spesi circa 16 milioni 800 mila euro, che corrisponde anche alla spesa dei primi 4 mesi dell’anno 2013. Nei mesi di maggio e giugno 2014 saranno spesi circa 8 milioni e 600 mila euro che aggiunti ai 16 e 800 dei primi 4 mesi fanno una spesa di 25 milioni e 400 mila euro sino a Giugno. Siccome il Ministero ha previsto per l’anno 2014 un montepremi per le corse al trotto ordinarie di 42,9 milioni, ciò significa che da qui alla fine dell’anno sono rimasti poco meno di 18 milioni di uro. Significa 3 milioni di euro al mese, con una diminuzione di 1 milione e 200 mila euro al mese rispetto i primi 4 mesi di corse, ovvero na diminuzione di oltre il 25%. A questo punto continuare a correre è poco dignitoso, proprio per la vita di chi corre, non perché bisogna essere favorevoli all’astensione delle corse, ma per salvare la dignità. Ci hanno raccontato bugie sin dall’inizio dell’anno e ci propinano calendari di mese in mese, per non farci pensare alla verità".



"Si saprà tutto a fine d’anno - prosegue Mattii - quando ormai sarà inutile protestare. I numeri potrebbero avere anche qualche minima variazione, (difficile) ma il dato finale è che le categorie sono fuori da tutte le decisioni, che engono prese sulla loro pelle e di cui conosceranno gli effetti solo in futuro. In più non ci dicono nulla sul gioco che

diminuisce a vista d’occhio e che costringerà il mistero ad effettuare un ulteriore taglio al montepremi a gennaio 2015. Qualcuno, anche se con la dignità sotto le scarpe vuole continuare a correre, si accomodi pure perché fra poco a montepremi non ci sarà nemmeno il prosciutto, anzi si dovrà pagare per correre. Continuare ad andare avanti così ci porterà a non poter salvare in futuro neanche quel minimo che abbiamo oggi".



"Quando ci fermeremo, molto presto, per esaurimento di fondi, non ci saranno più cavalli, che saranno stati o macellati o venduti nelle campagne a qualche appassionato, non ci saranno più scommesse ippiche, non ci saranno più proprietari, ma ci sarà soltanto qualcuno che racconterà ai suoi nipotini le grandi imprese di Varenne. Il futuro ce lo costruiamo noi, ad oggi passa l’ultimo sgangherato treno, con i sedili di una volta, quelli in legno, scomodo ma funzionante, dopodiché ci sarà solo il vuoto, la desolazione e il ricordo di quello che era. Chi non si ferma oggi non si lamenti poi un domani - conclude Salvatore Mattii - lui è stato arbitro del suo futuro".
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