Inchiesta sull'urbanistica
Scambi di favori e ricatti

Nella Brambatti, Paolo Rossi e Gian Luca Rongoni
Nella Brambatti, Paolo Rossi e Gian Luca Rongoni
3 Minuti di Lettura
Martedì 20 Maggio 2014, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 21 Maggio, 16:36
FERMO - Grande clamore per l'inchiesta aperta mesi fa dalla Procura sull'urbanistica a Fermo. Ieri mattina sono arrivati i primi avvisi di garanzia con cui la Procura, nella persona del Procuratore della Repubblica Domenico Seccia, informa di aver chiesto, lo scorso 30 aprile, una proroga delle indagini per altri sei mesi.



Tra i reati al momento contestati a vario titolo ci sono tra gli altri l'abuso d'ufficio e la concussione. Reati gravi che raccontano di un'indagine su presunte utilità promesse e ricevute indebitamente che tuttavia è ancora in pieno svolgimento, con un esito ancora tutto da scrivere. Un'inchiesta che vede coinvolti nomi eccellenti, ma che ha bisogno, prima di approdare ad una conclusione, di ulteriori mesi di approfondimento.





Nella lista degli indagati figurano tra gli altri l'ex assessore all'urbanistica e avvocato del foro di Macerata Paolo Rossi, il dirigente del settore urbanistica Gian Luca Rongoni, il consigliere comunale della Federazione della Sinistra attualmente in carica Andrea Morroni, il commercialista di Fermo Piero Postacchini, gli avvocati Maurizio Minnucci e Demetrio Valentini, quest’ultimo per una pretesa di un pagamento avanzata a una cliente che non avrebbe saldato un debito per una consulenza da questi effettuata nel 2008.



Una vicenda che al momento non fa intuire collegamenti con l’urbanistica. “Sono estraneo ai fatti che mi vengono imputati e spero si faccia chiarezza al più presto”, ha detto Valentini ieri. Nella lista degli indagati figura anche un imprenditore sambenedettese, Pasquale Ferrari.



La notifica dell’avviso ha colto tutti di sorpresa. “E’ incredibile - ha spiegato ieri pomeriggio il consigliere comunale di maggioranza Andrea Morroni che si è recato personalmente dai carabinieri per chiedere chiarimenti -. Non è possibile che chi chiede spiegazioni, peraltro mai fornite, su faccende comunali svolgendo al meglio la propria funzione di consigliere si ritrovi indagato senza nemmeno capirne il motivo”.



L’inchiesta prende spunto da un presunto abuso edilizio commesso nella realizzazione dell’edificio di via Respighi, a Fermo. Edificio che avrebbe dovuto ospitare appartamenti e un supermercato Coop ma che da mesi è bloccato proprio per accertamenti di carattere amministrativo e penale. Da lì è partita una serie di indagini da cui sarebbe emerso un collegamento con altre lottizzazioni della città, tra cui quelle alberghiere di Casabianca.





Secondo gli inquirenti al centro del caso ci sarebbero presunti scambi di favori tra politici, imprenditori e professionisti. Da mesi Guardia di Finanza e carabinieri, coordinati dal procuratore Seccia, hanno avviato gli approfondimenti avvalendosi anche di intercettazioni ambientali e telefoniche. In Comune sono stati sequestrati tutti i fascicoli relativi alle lottizzazioni urbanistiche coinvolte nell’affaire. Non solo.



Nel corso dei mesi scorsi sono stati sentiti a verbale dagli inquirenti molteplici protagonisti della vita pubblica fermana, politici, amministratori e professionisti a vario titolo informati sulle vicende. Le accuse non avrebbero niente a che fare con i presunti illeciti di carattere urbanistico da cui l’inchiesta è partita.



Secondo gli investigatori, infatti, il caso di via Respighi, con conseguente blocco dei lavori, sarebbe stato fatto esplodere appositamente con lo scopo di danneggiare la Cosmo srl, ditta appaltatrice dei lavori, e metterla così in difficoltà a livello economico. In questo modo Cosmo sarebbe stata costretta a cedere ad un prezzo più basso i lotti alberghieri di Casabianca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA