GROTTAZZOLINA - Fare formazione in tempo di pace. Servirà a questo il campo di addestramento inaugurato ieri pomeriggio a Grottazzolina. Cioè a insegnare ai volontari a intervenire in caso di calamità. Un progetto, quello del Coordinamento Marche dei vigili del fuoco volontari, dall’acronimo evocativo: S.i.s.ma, che sta per Supporto integrato soccorso macerie. E rivolto ai quaranta Comuni della provincia. Ma non solo. Perché l’auspicio è che il campo «diventi nevralgico e funzionale per fare formazione a tutti i volontari marchigiani».
Tanti, quelli locali, presenti ieri. Assieme ai rappresentanti delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Per il sindaco di Grottazzolina, Alberto Antognozzi, il progetto «deve avere una valenza sovraterritoriale. Il terremoto è un ospite con cui dobbiamo convivere e dobbiamo essere pronti ad affrontarlo e ad agire quando arriva». «L’Italia è un Paese dal grande cuore – ha detto ancora –, se aggiungiamo più prevenzione e formazione, saremo un Paese migliore e più moderno».S’è detta «disponibilissima a sensibilizzare i sindaci degli altri territori, per lavorare affinché la formazione sia un elemento cardine», il prefetto Vincenza Filippi. Che ha sollecitato i Comuni ad aggiornare i piani di Protezione civile, perché «questo è un territorio fragile, ma dalla grande anima, che deve mettere a sistema queste risorse attraverso un’opera di tipo pianificatorio».
L’invito a non creare steccati e ad evitare «gelosie che in un territorio possono scattare», è arrivato dalla presidente della Provincia, Moira Canigola. Che ha definito il progetto, di cui fanno parte anche i campi di addestramento di Jesi, di Visco (in Friuli) e, presto, di Tirana, «un gioiello che dobbiamo valorizzare e mettere a disposizione della nostra comunità e delle province circostanti».
La parte degli interventi l’ha aperta Robert Triozzi, l’ex comandante dei vigili del fuoco dell’Onu, con all’attivo collaborazioni con i vigli del fuoco di 69 Paesi. «Serve la volontà politica.
ha spiegato che il progetto è rivolto sì ai volontari, ma anche agli operatori delle forze dell’ordine, del soccorso alpino e delle pubbliche assistenze delle aree disagiate. C’è pure l’idea di organizzare iniziative di sensibilizzazione per i bambini. Il patrimonio di conoscenze e competenze acquisite sarà, poi, trasmesso agli amministratori locali. A Guido Bertolaso le conclusioni. Per l’ex capo della Protezione civile, «il lavoro da fare è ancora tanto». «La Protezione civile – le sue parole – è la vera medicina delle situazioni d’emergenza». Se le cose non funzionano – la chiosa – è per «la riforma costituzionale del Titolo V che, decidendo che la Protezione civile dovesse essere materia concorrente, ha messo l’Italia in ginocchio dal punto di vista del soccorso».