Con la zona rossa nel Fermano scoppia la febbre da lockdown: presi d'assalto i supermercati

Con la zona rossa nel Fermano scoppia la febbre da lockdown: presi d'assalto i supermercati
Con la zona rossa nel Fermano scoppia la febbre da lockdown: presi d'assalto i supermercati
di Francesca Pasquali
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Mercoledì 10 Marzo 2021, 03:45

FERMO - Carrelli strabordanti, file alle casse, scaffali mezzi vuoti. A un anno esatto di distanza, il lockdown ripiomba sul Fermano. Per adesso, cinque giorni (da oggi a domenica compresa) in zona rossa. Ed è scattata la corsa alla spesa, coi supermercati, ieri, presi d’assalto.

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Come a marzo scorso, per la maggiore sono andati gli scatolati. Un dejà vu che si sarebbe preferito non rivedere. Gesti irrazionali, perlopiù, dato che i supermercati, come gli altri servizi essenziali, nei prossimi giorni resteranno aperti. Ma spie di un disagio crescente. E di un’insicurezza che ci accompagna ormai da un anno.

La stessa che, ieri, ha trascinato tante clienti dall’estetista. «Chissà quanto durerà la zona rossa?», si saranno chieste. E, per sicurezza, hanno fissato un appuntamento dopo l’altro. «Non abbiamo avuto un minuto libero. Il telefono ha cominciato a squillare lunedì mattina e non ha più smesso», racconta Komal Imtiaz che lavora al centro estetico Lucilla Di Marzio, dentro “Il Girasole” di Campiglione. Smalti semipermanenti, cerette, baffetti e sopracciglia, le richieste più gettonate. Ma c’è anche chi ha approfittato per un’ultima seduta dimagrante. Per farsi belle, alcune clienti hanno infranto anche le regole, spostandosi da altri Comuni.

«Siamo sempre state attentissime alle norme anti-contagio – dice l’estetista –, con spazi distanziati e tutte le precauzioni. Avremmo potuto tranquillamente continuare a lavorare in sicurezza. Invece, ci fanno chiudere ancora e chissà per quanto». Ultimo giorno di apertura, ieri, anche per barbieri e parrucchieri. Pure loro hanno avuto un bel da fare tra tinte e tagli. «C’è stato più movimento del solito, ma un po’ meno di come mi sarei aspettato», spiega Damiano Di Cecca di Avantgarde Parrucchieri in viale Veneto, a Fermo. Le serrate a fasi alterne si fanno sentire e, a lungo andare, i nervi saltano.

«Ci stanno uccidendo – si lamenta il professionista –, stanno facendo di tutto per rovinarci. Ci chiedono continui sacrifici senza darci niente in cambio». «Le tasse – prosegue –, invece di cancellarle, le sospendono. Ma sono sempre lì ad aspettarci». Da sotto i caschi, le clienti fissano le loro immagini riflesse negli specchi. Le facce coperte dalle mascherine e la nuova piega che prende forma. Dalla serrata, oltre ai negozi di alimentari, si salvano farmacie e parafarmacie, ferramenta, edicole, librerie, profumerie, negozi di informatica, ottica, telefonia, di intimo e di vestiti per bambini. Non quelli per gli adulti, che sono considerati non essenziali.

«Ce l’aspettavano, ma farci chiudere e riaprire di continuo non può essere la soluzione», dice Anna Maria Bracalente del negozio di abbigliamento e calzature “Primadonna”, al “Girasole”. «Le vendite – aggiunge – finora sono andate a rilento. Oggi (ieri, ndr) non ha fatto differenza. I clienti che prima compravano tre capi, adesso, sì e no ne prendono uno. Dicono che non hanno occasioni per indossarli. Come dargli torto».

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