Centro vaccini, varata la ricetta anticaos. Con il nuovo sistema stop alle file e più attenzione agli anziani

Centro vaccini, varata la ricetta anticaos. Con il nuovo sistema stop alle file e più attenzione agli anziani
Centro vaccini, varata la ricetta anticaos. Con il nuovo sistema stop alle file e più attenzione agli anziani
di Francesca Pasquali
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Sabato 10 Aprile 2021, 06:10

FERMO - Ingrana la marcia il centro vaccini di viale Trento. Dopo due giorni di caos e proteste, ieri, l’Area vasta 4 ha cambiato schema. Anticipando l’accettazione all’ingresso. Il tavolino con i volontari della Croce Rossa è stato piazzato al cancello, lato stadio. È lì che adesso ci si registra, prima di passare sotto il tunnel di tendoni montato dalla Protezione civile. Si entra per fasce orarie.

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Chi arriva prima aspetta fuori, in piedi o in macchina. «La gente va educata a rispettare gli orari», dice il direttore delle Professioni sanitarie, Renato Rocchi.

Perché gli anziani tendono ad arrivare in anticipo. Col risultato che si accavallano con quelli delle fasce precedenti. Una volta dentro, aspettano sotto le tende.

Ieri ne è stata montata un’altra. In tutto, un centinaio di posti a sedere che, certe volte, gli anziani, snobbano. «Ci sono quelli che preferiscono stare in piedi perché hanno paura di perdere il posto o che qualcuno gli passi avanti», spiega Rocchi. Ieri c’era meno fila e scorreva meglio. Di vaccini ne sono stati fatti sui 550. Per accelerare, lunedì saranno aperte altre due sale, con tre punti di somministrazione. Che, così, diventeranno dodici. Gli animi sono meno agitati dei primi due giorni. C’è un vigile che ferma il traffico per far attraversare la strada. «Ci stiamo organizzando», dice Licio Livini dell’Av 4. «Fosse stato un nostro locale, avremmo fatto prima. Questo dobbiamo attrezzarlo in base alle esigenze». Se sulla logistica si fanno passi avanti, a preoccupare sono le resistenze verso AstraZeneca, che adesso è “consigliato” sopra i sessant’anni. Gli anziani in fila sono guardinghi. Circa il 15% quelli che, finora, l’hanno rifiutato.

«Se mi dicono di fare quello, me ne vado», fa una donna. Lo scetticismo dilaga. Lo conferma Livini. «Serve parecchio tempo per convincerli. Non sempre si riesce e c’è anche chi se ne va senza fare il vaccino. Non sono solo gli anziani a fare resistenza. Anche chi li accompagna si fida poco». Di sera, quando i sanitari somministrano le ultime dosi, capita che s’affacci qualcuno. «Di riservisti non ne abbiamo – assicura Livini –: è capitato di vaccinare qualche volontario della Protezione civile, ma solo se avanza qualche dose. Vacciniamo solo chi deve essere vaccinato, rispettando le priorità». Lunedì partiranno gli over 70. Circa 15mila, da fare – l’obiettivo – in un paio di settimane. Tra qualche giorno toccherà anche ai diabetici di tipo B. Quelli di tipo A e gli altri “ultrafragili”, il vaccino, lo fanno in ospedale.

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