Vaccini, i medici scalpitano: «Siamo lasciati all’oscuro». E la polemica si accende sugli elenchi promessi: «Dove sono?»

Paolo Misericordia
Paolo Misericordia
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Lunedì 19 Luglio 2021, 03:05 - Ultimo aggiornamento: 15:40

FERMO  - «Come facciamo a convincere i non vaccinati a vaccinarsi, se non sappiamo chi ha fatto il vaccino e chi no?». L’interrogativo lo pone Paolo Misericordia. Replica a distanza al direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Area vasta 4, il segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale).

Un passo indietro. Qualche giorno fa, parlando dei quasi diecimila ultrasessantenni del Fermano non ancora vaccinati, Giuseppe Ciarrocchi aveva esortato un maggiore coinvolgimento dei medici di famiglia. Che, secondo il dirigente, avrebbero già ricevuto gli elenchi coi nomi dei pazienti da convincere a vaccinarsi.


Tutto falso, ribatte Misericordia. «Ma quali elenchi? Non ci è stato inviato niente. Anzi, da una settimana non abbiamo neppure più accesso a quelli della Regione», spiega. Gli elenchi in questione sono quelli anagrafici della popolazione. Dai quali ogni medico, scorporando i pazienti già vaccinati, può dedurre i mancanti. Da qualche giorno, però, pare che l’accesso sia diventato off limits per i camici bianchi, per «questioni di privacy». «Per prima cosa dobbiamo sapere chi non si è vaccinato.

Poi, va riequilibrata la comunicazione, che deve essere fatta in maniera corretta. Va rivista la campagna per il vaccino, prima che sia troppo tardi e diventi resistente», spiega il sindacalista dei medici. Che, al dipartimento diretto da Ciarrocchi rimprovera «una resistenza terrificante a conferire i vaccini ai medici di famiglia». Di maretta tra l’Area vasta che coppre la provincia di Fermo e i medici di medicina generale ce n’è sempre stata da quando sono cominciate le vaccinazioni.


«Fin dall’inizio, siamo stati marginalizzati rispetto alla disponibilità delle dosi. Per questo motivo, molti medici hanno abbandonato la campagna vaccinale, perché non se la sono più sentita di promettere ai loro pazienti quello che non avrebbero potuto mantenere», denuncia Misericordia. Il problema – prosegue – sono le prenotazioni, «perché vengono considerate solo quelle della piattaforma regionale e, lì, entro qualche giorno, trovi comunque posto, mentre a noi i vaccini li hanno sempre consegnati contati e ai pazienti spesso non sappiamo che rispondere». «Solo i medici che, con grande testardaggine, hanno insistito sono riusciti a ottenere i vaccini di cui avevano bisogno», aggiunge. Per il sindacalista, «il blocco si è creato all’inizio della campagna vaccinale, quando era importante vaccinarsi».


Mentre, adesso, potrebbe essere troppo tardi, perché «certi atteggiamenti, se hanno modo di radicalizzarsi, si cambiano con più difficoltà». Cioè, anche ammettendo di conoscere i nomi dei “no vax”, più passa il tempo, e i più, per i medici, potrebbe diventare difficile convincerli a cambiare idea.

© RIPRODUZIONE RISERVATA