«Sette specialisti anti Covid sono pochi». Fabrizio Cesetti all’attacco sulle cure domiciliari

«Sette specialisti anti Covid sono pochi». Fabrizio Cesetti all’attacco sulle cure domiciliari
«Sette specialisti anti Covid sono pochi». Fabrizio Cesetti all’attacco sulle cure domiciliari
di Francesca Pasquali
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Sabato 2 Ottobre 2021, 10:23

FERMO  - Sette specialisti ospedalieri in più non bastano. Quelli promessi all’Area vasta 4 Filippo Saltamartini per le cure domiciliari dei pazienti Covid. L’assessore regionale alla Sanità ha deciso che, a Fermo, arriveranno tre internisti, due cardiologi e due neurologi. 


Troppo pochi per Fabrizio Cesetti che chiede «provvedimenti concreti per incrementarne il numero, al fine di potenziare le cure domiciliari e prevenire le acuzie complesse e critiche dei malati Covid». Sulla questione, mercoledì scorso, il consigliere regionale ha presentato un’interrogazione alla giunta. «La pandemia dovrebbe aver reso chiaro a tutti come il potenziamento della medicina del territorio rappresenti il modello organizzativo più efficace per contrastare l’emergenza sanitaria, evitando l’ospedalizzazione dei contagiati e offrendo servizi efficienti e di qualità a domicilio», spiega Cesetti. Per il quale «solo in tal modo è possibile evitare quanto accaduto durante la seconda ondata pandemica, quando il “Murri” è divenuto ospedale Covid». Da qui la richiesta di «un impegno chiaro e puntuale da parte della Regione affinché venga da subito rafforzato il contingente medico specialistico chiamato ad agire nel territorio con l’obiettivo di rendere il “Murri” un ospedale Covid free».

Dieci giorni fa, Saltamartini aveva annunciato la messa in campo, nelle Marche, di 84 medici specialisti ospedalieri col compito di curare a casa i pazienti Covid. Sette quelli destinati al Fermano, contro i 14 dell’Ascolano e i 18 del Maceratese. «Il tempo dei vuoti annunci è finito – incalza Cesetti – e va immediatamente invertita la drammatica tendenza che in questo ultimo anno ha visto la sanità fermana subire un progressivo e ingiustificato depotenziamento».

Perplessa sull’utilizzo degli specialisti ospedalieri per le cure a domicilio la presidente dell’Ordine dei medici di Fermo, Anna Maria Calcagni. Il loro lavoro – ragiona – è in ospedale. Per le cure domiciliari ci sono gli specialisti ambulatoriali che, «per contratto o convenzione, devono svolgere l’attività sul territorio e garantire l’assistenza domiciliare integrata».

E i primi dovrebbero scendere in campo solo se i secondi non fossero abbastanza. Contraria, Calcagni, anche alla proposta di Saltamartini di far assumere i medici di famiglia «per garantire la medicina del territorio». «È un passaggio che non si può imporre. I medici di medicina generale non sono d’accordo», spiega la presidente dell’ordine. Il “Murri”, intanto, riassapora un po’ di normalità. 


Da domani riprendono le funzioni religiose nella cappella dell’ospedale. Si terranno il lunedì, mercoledì e venerdì alle 17. Il martedì e giovedì ci sarà l’adorazione eucaristica, sempre alle 17. La domenica e negli altri festivi la messa sarà alle 9. Il cappellano sarà in ospedale il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 15 alle 18 e la domenica dalle 9 alle 10.30. Lunedì, invece, riapre la mensa per i dipendenti, con tre turni, pulizia della stanza tra uno e l’altro, ventilazione continua, permanenza limitata al tempo del pasto e distanza interpersonale di almeno un metro.

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