Task force per il pronto soccorso, sindacati in pressing sull'Area vasta: «Incentivi e assunzioni»

Task force per il pronto soccorso, sindacati in pressing sull'Area vasta: «Incentivi e assunzioni»
di Francesca Pasquali
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Venerdì 25 Febbraio 2022, 07:30

FERMO - Incentivi economici. Assunzioni per rimpolpare il reparto. Ordini di servizio per massimo trenta giorni l’anno e solo di giorno. Sono le richieste avanzate dai sindacati dei medici al direttore dell’Area vasta 4. Da quando è arrivato a Fermo, è stato il secondo incontro tra i rappresentanti dei camici bianchi e Roberto Grinta. Per cui c’era parecchia attesa. Perché la situazione dell’ospedale Murri, da mesi, è sotto i riflettori, anima il dibattito e fa litigare la politica.

 
L’attenzione
S’è parlato soprattutto del pronto soccorso, ieri pomeriggio. Dopo la nottataccia con più di settanta pazienti ad aspettare di essere visitati e le rassicurazioni dell’Av 4 sulla crisi rientrata, il reparto di prima emergenza non dorme ancora sonni tranquilli. Perché è rimasto con solo tre medici interni. Alla cooperativa che fornisce quelli esterni è stato rinnovato il contratto. Ma non basta. Così si ricorre agli ordini di servizio. Cioè si mandano medici di altri reparti a coprire i turni in pronto soccorso. Pratica invisa ai camici bianchi, che protestano.


I dubbi
«Il problema principale – spiega la segretaria del Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) di Fermo, Maria Menichetti – è la modalità con cui gli ordini di servizio vengono portati avanti. Vista la situazione, siamo d’accordo, ma solo se per un periodo di trenta giorni nell’arco di un anno solare, come previsto dal contratto di lavoro, per branche affini o equipollenti e garantendo la sicurezza di medici e pazienti». Ma non c’è solo quello. Perché se un medico lascia il reparto per andare in pronto soccorso, il suo posto resta vuoto. A Grinta, il sindacato ha chiesto di assumere altri medici a tempo determinato per coprire i posti scoperti nei reparti.

Una mano potrebbe arrivare dagli specializzandi che, in base a una nuova normativa, possono prestare servizio nei reparti ordinari. L’altra richiesta riguarda l’orario di lavoro. Per il Cimo, i medici “prestati” al pronto soccorso dovrebbero fare servizio solo di giorno, in compresenza con quelli del reparto ed essere attinti da una lista di “disponibili”. La situazione, per adesso, è in stand-by. Se il carico di pazienti Covid sta pian piano scemando, il pronto soccorso è alle prese con l’ennesima grana.


Il virus
Quella di chi si presenta per un altro motivo e, al tampone di ingresso, risulta positivo al virus. O, peggio, che risulta negativo e si positivizza una volta ricoverato. È quello che è successo a un paziente di Medicina che avrebbe dato il la a un piccolo focolaio nel reparto. Stress che si aggiunge a stress per i sanitari, che Grinta vorrebbe premiare. L’idea del direttore dell’Av 4, rigettata, però, dal Cimo, era di attingere da un fondo dei medici, che ogni fine anno viene ripartito tra i camici bianchi. «È stato già fatto in passato, ma non ha portato risultati. Siamo ben contenti di dare un incentivo al pronto soccorso, ma non con i nostri soldi», dice Menichetti. Che ha chiesto a Grinta di pescare da fondi regionali eventualmente da trovare. Un palliativo, comunque, che, per il sindacato, non risolverà il problema, «frutto di una gestione ventennale a ribasso del piano occupazionale, che, adesso, si associa alla riduzione di medici, soprattutto in specialità a scarsa attrattiva, come il pronto soccorso». E che potrà essere risolto solo con «un adeguato piano di assunzioni» avallato da «una politica che deve fare le proprie scelte».

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