Le materie prime alle stelle slittano i lavori nelle scuole: ecco quali istituti rimangono al palo

Le materie prime alle stelle slittano i lavori nelle scuole: ecco quali istituti rimangono al palo
Le materie prime alle stelle slittano i lavori nelle scuole: ecco quali istituti rimangono al palo
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Domenica 24 Aprile 2022, 07:00

FERMO -  I primi a vedere i lavori slittare saranno il convitto dell’Itt “Montani” di Fermo e l’Ite “Mattei” di Amandola, le due scuole superiori della provincia con i progetti di adeguamento sismico in fase più avanzata. Per entrambe, l’iter è arrivato alla fase esecutiva, solo che i fondi della ricostruzione stanziati (7 milioni per il primo, 2,2 per il secondo) non bastano più. 


Con i costi delle materie prime rincarati, per rendere più sicuro il convitto, adesso, servirebbero più di nove milioni, tre per l’Istituto tecnico economico montano.

Ma la questione riguarda tutti i plessi della ricostruzione. «Abbiamo chiesto l’integrazione delle somme assegnate, perché quelle che abbiamo non sono assolutamente sufficienti per portare a termine i progetti. Senza, non andiamo da nessuna parte», dice la consigliera provinciale con delega all’Edilizia scolastica, Pisana Liberati. La richiesta fatta all’Ufficio speciale per la ricostruzione è di aumentare del 20-25% gli stanziamenti precedenti. Ben oltre quel 15% che la struttura commissariale sembra intenzionata a concedere.

«Stiamo aspettando che ci diano l’ok, altrimenti non troveremo ditte disposte a iniziare i lavori. E, anche se le trovassimo, non potremmo partire con i cantieri e lasciarli a metà perché i soldi non bastano. Non avrebbe senso», prosegue Liberati. Nel Fermano, sono 27 i plessi di competenza della Provincia danneggiati dal sisma, per un totale di 30.888.867 euro di fondi autorizzati, di cui 16.769.016 euro della ricostruzione. In alcuni casi i lavori sono stati portati a termine, in altri devono ancora cominciare. Considerando che si tratta di interventi complessi, per realizzare i quali non bastano i mesi estivi, va da sé che l’avvio di un cantiere mette in moto un meccanismo articolato che parte dal cercare una sistemazione per gli studenti che devono essere trasferiti. «Un tetris non da poco conto vista la penuria di strutture che abbiamo a disposizione. Per questo, prima di cominciare, bisogna avere certezze e stabilire un cronoprogramma per la delocalizzazione degli studenti», spiega la consigliera all’Edilizia scolastica. Che è preoccupata soprattutto per il trasloco delle scuole tecniche, «perché un conto è trasferire un’aula, un altro un laboratorio». 


A complicare le cose ci si è messo il conto termico. Dallo scorso dicembre, per vedersi finanziata un’opera della ricostruzione, Comuni e Province devono legarla all’efficientamento energetico. Significa che una parte del progetto deve prevedere anche migliorie dal punto di vista del risparmio energetico. Interventi che danno diritto a un finanziamento da parte del Gse (Gestore dei servizi energetici), che arriva dopo aver presentato domanda e dopo la verifica di determinate condizioni. Per ottenere il finanziamento bisogna inoltrare un progetto dedicato. Di solito, se ne occupano i certificatori energetici, figure di questi tempi quasi introvabili per via del Superbonus. Se la pratica viene accettata, vengono liberate risorse che Comuni e Province possono convogliare su altre opere pubbliche.

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