Il sindaco di Fermo Calcinaro: «Per ripartire ora dobbiamo fare quadrato. Troppe divisioni fra chi ci rappresenta»

Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro
Il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro
di Domenico Ciarrocchi
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Giovedì 24 Dicembre 2020, 14:17

FERMO - Il ricovero all’ospedale è da tempo alle spalle e anche questo infausto 2020 è alle ultime battute. L’anno nuovo si preannuncia ricco di sfide importanti.

Sindaco Paolo Calcinaro, intanto come va? Ha superato i problemi legati al Covid?
«Sì, anche se rimangono un po’ di difficoltà. Niente di apocalittico, mi sono sottoposto a una Tac e attendo il risultato per dopo Natale».

Quanto tempo è stato ricoverato?
«Due settimane a ottobre. Ho vissuto in prima persona quello che si prova. A chi minimizza dico di non guardare alle statistiche sulle vittime ma di pensare ai tanti ospedalizzati con la polmonite ai quali ricordano, me compreso, che non si sa ancora se si potrà riacquistare la piena funzionalità dei polmoni. Vi assicuro che sentirselo dire, a 43 anni, non è molto confortante».


Ci ricorda cos’è avvenuto in quei giorni?
«Ho iniziato con alcuni colpi di tosse, ma non gli ho dato peso. Poi, una domenica mattina, mi sono svegliato con la febbre alta e ho prenotato il tampone rapido e quello molecolare. Già il mercoledì successivo sono stato ricoverato al Murri».


A proposito di ospedale: non crede che l’emergenza abbia di nuovo messo in risalto i problemi del Fermano?
«È innegabile, siamo l’unica provincia delle Marche con un solo ospedale. Ma abbiamo tenuto duro e non siamo arrivati mai all’ultimo stadio dell’emergenza. C’è stata una grandissima professionalità al pronto soccorso come in altri reparti, ad esempio Malattie infettive e Radiologia».


Cosa si può fare in futuro?
«Siamo in attesa del nuovo ospedale. Un grande tema è il suo contenuto. Parliamo di Emodinamica, Ma si potrebbero vagliare anche altre proposte».


Ad esempio?
«Penso a due diversi pronto soccorso, uno per le urgenze di natura infettiva e uno per le altre patologie. Uno al Murri e l’altro nel nuovo ospedale di Campiglione».


Come ha inciso l’emergenza sanitaria negli altri settori?
«Stamattina (ieri, ndr) abbiamo presentato il nuovo centro di ricerca, importante perché porterà anche occupazione.

Ma chiaramente anche il centro storico ha sofferto. Noi ci diamo da fare, penso ai 900mila euro per le piccole imprese, una parte degli incentivi andrà a chi aprirà nuove attività. In centro e non solo. Abbiamo abbassato la Tari per 700mila euro a favore di ristoranti e bar. Per le famiglie siamo riusciti ad accantonare 6-700mila euro. Domani (oggi, ndr) parte il bando per i bar e le pizzerie al taglio: mille euro ognuno per arginare le difficoltà legate a questa nuova chiusura».


Le ultime classifiche sulla qualità della vita danno risultati contrastanti fra loro, ma in generale l’ottimismo non abbonda.
«Fermo, come città, la vedo cresciuta, pur nelle difficoltà. Ora servirebbe che, rispetto a determinate iniziative per la provincia, gli esponenti istituzionali del territorio, al Parlamento e in Regione, facciano quadrato come in altre province. Qui restano alla finestra in attesa dell’errore altrui. Pochi giorni fa, a un dibattito in tv, un senatore del Pd ha chiesto un sostegno al sindaco di Ascoli che è di tutt’altra area politica. Qui si aspetta che l’altro sbagli per indebolirlo».


A volte sembra che la nascita della Provincia non sia stata molto utile.
«Non sono d’accordo. Abbiamo la Questura, la Prefettura, il comando provinciale dei Carabinieri. Non li avremmo avuti. I bandi più importanti, come quello per rilanciare Lido Tre Archi o gli Iti Urbani di cui parlavamo prima, li abbiamo avuti perché capoluogo di provincia».


Il prossimo anno?
«Dobbiamo lavorare su quello che abbiamo seminato. Fontevecchia, la Casina delle Rose, l’ex mercato coperto, Lido. Abbiamo già avviato lo studio per una variante a Campiglione: con il nuovo ospedale diventerà un’area di riferimento».


Il futuro dei civici?
«La via è stata segnata ma dipenderà dalle contingenze. I ritmi delle decisioni sono diversi. Prima non si faceva mai giorno».


Quando scadrà il mandato resterà in politica?
«A me piace fare l’avvocato, ma non lo escludo. Però devo trovare una situazione che mi metta mio a mio agio. Comunque c’è tanto tempo per pensarci».

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