Famiglie, continuano a crescere le fragilità: «Ora serve un welfare umano»

Famiglie, continuano a crescere le fragilità: «Ora serve un welfare umano»
Famiglie, continuano a crescere le fragilità: «Ora serve un welfare umano»
di Chiara Morini
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Mercoledì 11 Maggio 2022, 07:10

FERMO -  Una campagna per far sì che l’assistenza alle persone fragili non sia omologata e standardizzata, ma mantenga al centro dell’azione la persona, per permettere a tutti, spiegano dalla Comunità di Capodarco, «di vivere la vita, la più felice possibile». “Welfare sociale”, questo il nome dato all’iniziativa, vedrà un momento di confronto i prossimi 24 e 25 giugno, durante il quale le comunità proveranno a fare il punto della situazione.


«Appena la pandemia ha dato tregua – commenta il presidente della Comunità di Capodarco, don Vinicio Albanesi – abbiamo voluto ritrovarci in presenza, con una riflessione che ci tocca da vicino.

E non potevamo non scegliere il tema welfare, la tutela chiesta dalle persone che hanno bisogno di aiuto». Spesso vengono comunemente chiamate “persone fragili”, ma in realtà, precisa don Vinicio, «sono quelle persone che non riescono, senza adeguato sostegno, a vivere autonomamente». Anziani, disabili, minori, donne sole, giovani con dipendenze, sono alcuni esempi che il presidente della Comunità fa espressamente. Alla parola welfare, per porre maggiormente l’accento su queste tematiche, è stato aggiunto l’aggettivo umano.

«Necessario farlo – spiega Albanesi – perché la tendenza odierna, con la sigla Rsa, sta riportando indietro il mondo dell’assistenza. Con parole sincere è in atto il ripristino di nuovi istituti: a motivo dell’economia, e con le persone in difficoltà percepite come peso». Cosa bisognerebbe fare, quindi, è presto detto, secondo il presidente della Comunità: «Riprendere gli ideali che nel recente passato hanno cambiato il volto dell’assistenza. Ci sono ancora modelli rispettosi della dignità, ma minoritari rispetto a legislazioni che mostrano una tendenza ad omologare le persone in numeri, sia di quanti sono accolti nelle strutture, sia dei minuti che si dedicano all’assistenza». Bisogna quindi andare oltre la semplice degenza, per riportare la persona, spiega ancora don Vinicio, «al centro, perché tutti hanno il diritto di vivere la vita il più felice possibile. Per questo, per lavorare in quello che chiamiamo “welfare umano”, la prima cosa da fare è affezionarsi alla causa. Poi riscoprire i luoghi, i tempi, i modi di accogliere le persone. Noi nella Comunità, nel corso del tempo, abbiamo voluto mantenere i valori inviolabili di tutti. Ecco perché questa campagna di sensibilizzazione».


Campagna che vedrà il suo momento clou, come detto, nell’evento del 24 e 25 giugno prossimi, durante il quale ci sarà un confronto con l’assessore regionale al Bilancio, Finanze e Ricostruzione, Guido Castelli, con il sociologo Stefano Laffi, con la presidente della Commissione interventi sociali e Politiche per la non autosufficienza, Livia Turco. Ancora sono attesi a Capodarco Marco Bentivogli, di Base Italia, e parteciperanno, ovviamente il presidente della Comunità, don Vinicio Albanesi, e il direttore Riccardo Sollini. Sono stati invitati, e attesi, anche i ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e delle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone. Ci sarà anche uno spazio per presentare il volume “Welfare umano” scritto dallo stesso don Vinicio Albanesi.

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