Gli artigiani fermani lavorano 186 giorni all’anno per le tasse: ecco tutti i dati del report

Gli artigiani fermani lavorano 186 giorni all anno per le tasse: ecco tutti i dati del report
Gli artigiani fermani lavorano 186 giorni all’anno per le tasse: ecco tutti i dati del report
di Massimiliano Viti
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Sabato 29 Aprile 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 16:21

FERMO - Gli artigiani del comune di Fermo lavorano 186 giorni l’anno per pagare imposte e tasse e 179 giorni per ricavare utili dalla propria attività. È quanto emerge dal report dell’Osservatorio Cna sulla tassazione chiamato “Comune che vai, fisco che trovi”, presentato a Roma.

La tassazione a cui è sottoposta una impresa fermana è del 50,9%. Fermo occupa la posizione numero 14 su 114 comuni nella classifica guidata da Bolzano con il 46,7% e chiusa da Agrigento con il 58%. La tassazione media sulle imprese italiane è 52,7%, in discesa rispetto all’anno precedente, grazie alla deduzione Imu del 100%, l’eliminazione dell’Irap e la rimodulazione dell’Irpef, tutti interventi sollecitati da anni dalla Cna. La pressione fiscale è dunque scesa di 7,5 punti percentuali. 


La posizione


Fermo è il migliore delle Marche poiché gli altri capoluoghi di provincia si trovano dalla posizione 42 in poi.

Un altro dato simbolico. A livello nazionale il tax free day è il 10 luglio. È il giorno in cui l’imprenditore artigiano smette di lavorare per lo Stato e inizia a lavorare per vedere remunerata la propria attività. A Fermo questa giornata cade il 4 luglio, proprio per effetto di una tassazione inferiore a quella media italiana. «Non c’è di che festeggiare, questo è sicuro», è l’amaro commento del presidente di Cna Fermo Emiliano Tomassini. Lo stesso presidente sottolinea: «I dati evidenziano una riduzione delle tasse. Ma l’obiettivo deve essere abbassare ancora di più la tassazione e soprattutto migliorare i servizi offerti».

A complicare la vita dell’imprenditore ci sono poi i ben noti problemi quali la mancanza di manodopera, la crisi energetica e il rebus dei crediti incagliati nei cassetti fiscali: «Le piccole imprese fanno molta fatica di fronte ai repentini cambiamenti di uno scenario in continua evoluzione, altalenante, che genera forte incertezza e preoccupazione» osserva lo stesso Tomassini. Secondo lo studio l’impresa tipo di Fermo genera 431.000 euro di ricavi l’anno. Dà lavoro a 4 operai a 1 impiegato e a fine anno produce un utile lordo di 50.000 euro. Se ha un’attività produttiva la sua sede è di 250 metri quadrati; se invece ha un’attività commerciale la svolge in un negozio di 175 metri quadrati. Entrambe le sedi hanno un valore commerciale di 250.000 euro. «Le imprese meritano un fisco più leggero, più semplice e più equo. Le differenze nella tassazione dipendono dalla Tari e dalle rendite catastali, che non sono allineate ai valori commerciali. Anche se la pressione fiscale è scesa, resta comunque elevata.

Dallo studio emerge purtroppo che ad una tassazione alta corrispondono i servizi peggiori. Questo non aiuta la voglia di fare impresa» lamenta il direttore generale di Cna Fermo Andrea Caranfa. Non a caso, dal 2012 al 2021, nelle province di Ascoli Piceno e Fermo, un artigiano su 5 ha chiuso l’attività. Il territorio si trova alla posizione numero 13 nella classifica che comprende 103 province italiane e stilata in base alla percentuale dall’ufficio studi della Cgia Mestre. Ad Ascoli Piceno e Fermo, nel 2012, si contavano 19.966 imprenditori artigiani (inquadrati come titolari, soci e collaboratori). Nel 2021 questo numero si è ridotto del 20,3%, fino ad arrivare a 15.907. Vuol dire che oltre 4.000 artigiani sono scomparsi, con un ritmo di 400 ogni anno.

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