Traffico di cocaina, legame con Roma: nel Fermano un boss dello spaccio. E sulla costa crescono i maxi sequestri

Traffico di cocaina, legame con Roma: nel Fermano un boss dello spaccio. E sulla costa crescono i maxi sequestri
Traffico di cocaina, legame con Roma: nel Fermano un boss dello spaccio. ​E sulla costa crescono i maxi sequestri
di Sonia Amaolo
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 15:54

FERMO -  Organizzazione criminale di stampo mafioso per traffico di stupefacenti. La costa fermana legata alle bande dello spaccio a Roma. È quanto emerge dopo l’arresto di 27 persone da parte dei carabinieri che hanno smantellato due organizzazioni italo-albanesi in conflitto tra loro, operative nel Lazio. Il capo di una delle due organizzazioni avrebbe preso il sopravvento anche sull’altra banda e avrebbe solidissimi appoggi a Porto Sant’Elpidio; in passato era anche venuto ad abitare a Lido Tre Archi.

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E.A.

si sarebbe rifornito di droga dai connazionali domiciliati nella zona di Porto Sant’Elpidio. Era scappato in Spagna per sfuggire alle ritorsioni della banda rivale ed era rientrato in Italia per vendicarsi, ma senza riuscirci grazie al tempestivo blitz dell’Arma. Lo scorso inverno i carabinieri erano stati a Tre Archi e gli avevano perquisito casa. Era con la compagna, gli avevano sequestrato una pistola semiautomatica calibro 40 con matricola abrasa, un caricatore con 12 proiettili e una maschera in silicone. Il tutto gli sarebbe servito per uccidere il rivale. Di questo sono convinti gli investigatori che hanno anche intercettazioni telefoniche.

Nel Fermano le ultime maxi operazioni, tra il 2014 e il 2017, portarono a sgominare le bande delle “Bestie Nere” e di “Casa Transilvania” e a scovare cani sciolti come l’elpidiense con 27 chili di coca nascosta in casa e, giusto il 6 gennaio scorso, l’albanese in giro per Porto Sant’Elpidio con altri 21,5 chili, sempre di cocaina purissima. Per gli ultimi accadimenti sono in corso le indagini su disposizione del Gip del Tribunale di Roma. Ma i 27 arrestati sono «gravemente indiziati di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione, danneggiamento a seguito di incendio, detenzione e porto d’armi da fuoco in luogo pubblico» come scrivono i carabinieri. Due indagini sono confluite in un unico procedimento penale.


L’Arma, tra Roma e Frascati, ha scoperto l’attività ininterrotta tra il 2017 e il 2020 di questi due gruppi criminali dalla «solida struttura organizzativa e disponibilità di armi da fuoco pronte all’uso». L’albanese legato al Fermano sarebbe al vertice di un’organizzazione colossale per smerciare su diverse piazze con consegne “itineranti e a domicilio”. Un sistema studiato a tavolino per evitare i controlli delle forze dell’ordine.

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