Fermo, un’altra strage di pecore
Nuovo assalto di lupi nella notte

Fermo, un’altra strage di pecore Nuovo assalto di lupi nella notte
di Sonia Amaolo
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Mercoledì 24 Gennaio 2018, 20:14
FERMO - Ancora un agguato dei lupi al gregge di Monterubbiano, ed è un’altra strage: «non è un buon giorno per me dopo quanto è accaduto stanotte» dice Gianna Scartozzi, un gregge di 200 pecore decimato. «Chiedo aiuto a chi di dovere e alla signora Brambilla (leader del Movimento animalista ndr) – continua la pastorella - i lupi stanno uccidendo tutte le mie pecore, la mia azienda, la mia voglia di fare. Noi pastori marchigiani siamo una razza in estinzione». I lupi tornano ogni due, tre giorni ad attaccare gli ovini di Gianna ma la situazione non è critica solo per lei. Il problema è esteso su tutto il territorio, le attività chiudono. I branchi di animali selvatici attaccano. Se sorpresi dai guardiani scappano, ma sempre dopo la carneficina, quindi tornano sempre più famelici. La natura fa il suo corso, fondamentale è la biodiversità, ma i selvaggi devono esser presenti nel numero che il territorio può sopportare. I lupi non sono cattivi, cattiva può essere la gestione del territorio.

Dal canto loro non tutti gli allevatori hanno strutture idonee a proteggere il loro bestiame. L’impressione è di un territorio che sfugge al controllo, forse il problema è stato sottovalutato per troppo tempo. Non si capisce il ruolo delle Province, dopo che sono state abolite però ci sono ancora. L’azzeramento della guardia venatoria ha fatto perdere il controllo sulle aree boschive. Il Corpo Forestale accorpato all’Arma dei Carabinieri certo non aiuta. La Cia è pronta a dar battaglia: «Senza risposte da parte della Regione entro i primi febbraio abbiamo annunciato l’occupazione del Palazzo regionale – dice la presidente regionale dell’associazione degli agricoltori, Mirella Gattari, e aggiunge – se non arrivano le risposte, passeremo all’azione. Va cambiato il testo della legge nazionale 157: da salvaguardia a gestione della fauna selvatica». Si prepara a battagliare anche il Movimento animalista. Il delegato regionale Roberto Biagiotti dice: «Il lupo non deve esser visto come un pericolo ma la Regione non ha fatto nulla finora per risolvere il gap». Il Movimento della Brambilla chiede di monitorare il territorio per verificare quanti lupi ci sono e dove sono. Altre Regioni si sono attivate. Riguardo le recinzioni per proteggere il bestiame: «Bisogna creare le giuste condizioni – dice Biagiotti – serve un progetto unitario a livello territoriale. Noi faremo delle proposte, sulla base di studi che ci permetteranno di capire come far convivere le specie protette e le specie da proteggere. Fondamentali sono i fondi strutturali europei ma in Regione bisogna avere dirigenti e funzionali capaci di intercettare i fondi».

Il vicepresidente del consiglio regionale Renato Claudio Minardi prova a spiegare che «nella programmazione della precedente giunta (Spacca ndr) c’erano delle lacune – e aggiunge - per non perdere tempo abbiamo deciso di varare subito il provvedimento che poi ha avuto dei correttivi». Minardi parla del piano di 538 milioni di euro per lo Sviluppo Rurale e di altri 160 milioni per i territori dell’entroterra terremotato. 
Il consigliere Federico Talè, componente della commissione per l’agricoltura, parla del sovraffollamento dei lupi come del problema del momento. Dice: «Gli allevatori soffrono perché i lupi stanno proliferando – e spiega - come Regione dobbiamo tutelare lupi e allevatori. Sento tanti pastori piangere perché si son visti rovinare gli allevamenti. Mi capita spesso in Regione di dover spiegare ai funzionari, che tutti i mesi prendono il loro bello stipendio, che questa è un’emergenza. Non si può andare avanti così». La soluzione: «Ho fatto una proposta di legge per cercare di tutelare gli allevatori - dice Talè - una proposta che aggiunge una misura al piano di Sviluppo Rurale. Ci sarà, quindi, una misura ad hoc per gli allevatori, saranno finanziati al 100% per difendersi dai lupi con reti metalliche, foto trappole, cani da guardiania”.
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