Scontro sulla Steat a Fermo, Alessandrini bacchetta Ceroni: «I debiti? Ma noi abbiamo investito»

Scontro sulla Steat a Fermo, Alessandrini bacchetta Ceroni: «I debiti? Ma noi abbiamo investito»
Scontro sulla Steat a Fermo, Alessandrini bacchetta Ceroni: «I debiti? Ma noi abbiamo investito»
di Chiara Morini
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Venerdì 7 Aprile 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 12:12
FERMO - «Nessuno ha detto che andava tutto bene, semmai una gestione sana. Certo, c’erano dei debiti, quando noi siamo arrivati abbiamo ereditato brutte situazioni». Inizia così la replica di Fabiano Alessandrini, ex presidente della Steat, alle critiche dell’attuale presidente della società, Remigio Ceroni. «Quando entrai in Steat – ricorda – ho dovuto affrontare un brutto passivo, fui chiamato a risanare facendo un piano industriale, dovendo ricorrere all’indebitamento. L’alternativa era andare in tribunale. Alla ricapitalizzazione non aderì nessuno, tranne Monte Urano e Sant’Elpidio a Mare: quest’ultima quota, però, versata in ritardo, non poté essere iscritta all’aumento di capitale. E tra i sindaci che non aderirono, ci fu anche Ceroni». 


L’impasse


Ma Alessandrini va oltre: «Se l’attuale presidente ritiene che la società sia stata gestita male, deve portare i libri in tribunale, e vedere chi ne deve rispondere. Diversamente mi riservo la facoltà di andarci io». Quanto all’indebitamento, non si può generalizzare: «Non considera il patrimonio netto, circa 2 milioni e 700mila euro, il valore dei depositi per circa 7 milioni. Quelli che lui dice indebitamenti con le banche sono investimenti: non abbiamo preso soldi per coprire i debiti di bilancio, ma per investimenti che abbiamo fatto valutando la possibilità di rientro. Quindi abbiamo acquistato la Santa Lucia e gli autobus. Ceroni dovrebbe dire che dentro quegli 8 milioni ci sono anche gli autobus rinnovati dagli euro 0 agli euro 3. E quegli 8 milioni di finanziamento sono la prova della solidità, le banche non danno finanziamenti così.

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Le strategie


Alessandrini ricorda che gli oneri finanziari sono su tutto, non solo sui prestiti e a proposito di Monte Cacciù dice che «il parco fu stimato 750mila e la Provincia di Ascoli l’ha dato durante l’operazione di ricapitalizzazione. Oggi sul sito della Steat è partito l’avviso di vendita alla metà del suo valore. È un’area edificabile, Asa, se c’è qualcuno che vuol farci una struttura sociosanitaria, può acquistarla e realizzarla. Il valore aumenterebbe se il Comune accogliesse la nostra richiesta di variante del 2021 di destinazione turistica». L’ex presidente, arrivato nel 2008 e andato via a luglio 2022, rimarca: «Se la società non va bene, perché aumentare i componenti del Cda da tre a cinque? Perché dare la presidenza della Trasfer, pubblica, a un privato, quando c’è la vicepresidenza? Chiarisco che nutro grande stima per il presidente Trasfer, che ancora non ha detto nulla sulla questione bigliettai. Il piano degli investimenti prevede che si rientri di un terzo nel 2024 ed entro la metà nel 2026». Quanto alla Santa Lucia (e al contenzioso), Alessandrini ne ricorda un altro: «Il demanio aveva raddoppiato l’affitto, aprimmo il contenzioso ma poi, con l’allora sindaco Brambatti siamo finiti dal prefetto che ci aveva convocato. Prima ci doveva essere l’asta, poi si pensava che l’avrebbe acquistato il Comune, ma noi abbiamo acquistato l’area perché non sapevamo dove andare e quell’area nuova allora non c’era. Fare il nuovo deposito, però, costa 3 milioni. E il deposito di Porto Sant’Elpidio, che doveva servire il tpl, è stato destinato a granturismo dopo la frana di Santa Lucia».

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