L’impasse
Ma Alessandrini va oltre: «Se l’attuale presidente ritiene che la società sia stata gestita male, deve portare i libri in tribunale, e vedere chi ne deve rispondere. Diversamente mi riservo la facoltà di andarci io». Quanto all’indebitamento, non si può generalizzare: «Non considera il patrimonio netto, circa 2 milioni e 700mila euro, il valore dei depositi per circa 7 milioni. Quelli che lui dice indebitamenti con le banche sono investimenti: non abbiamo preso soldi per coprire i debiti di bilancio, ma per investimenti che abbiamo fatto valutando la possibilità di rientro. Quindi abbiamo acquistato la Santa Lucia e gli autobus. Ceroni dovrebbe dire che dentro quegli 8 milioni ci sono anche gli autobus rinnovati dagli euro 0 agli euro 3. E quegli 8 milioni di finanziamento sono la prova della solidità, le banche non danno finanziamenti così.
Le strategie
Alessandrini ricorda che gli oneri finanziari sono su tutto, non solo sui prestiti e a proposito di Monte Cacciù dice che «il parco fu stimato 750mila e la Provincia di Ascoli l’ha dato durante l’operazione di ricapitalizzazione. Oggi sul sito della Steat è partito l’avviso di vendita alla metà del suo valore. È un’area edificabile, Asa, se c’è qualcuno che vuol farci una struttura sociosanitaria, può acquistarla e realizzarla. Il valore aumenterebbe se il Comune accogliesse la nostra richiesta di variante del 2021 di destinazione turistica». L’ex presidente, arrivato nel 2008 e andato via a luglio 2022, rimarca: «Se la società non va bene, perché aumentare i componenti del Cda da tre a cinque? Perché dare la presidenza della Trasfer, pubblica, a un privato, quando c’è la vicepresidenza? Chiarisco che nutro grande stima per il presidente Trasfer, che ancora non ha detto nulla sulla questione bigliettai. Il piano degli investimenti prevede che si rientri di un terzo nel 2024 ed entro la metà nel 2026». Quanto alla Santa Lucia (e al contenzioso), Alessandrini ne ricorda un altro: «Il demanio aveva raddoppiato l’affitto, aprimmo il contenzioso ma poi, con l’allora sindaco Brambatti siamo finiti dal prefetto che ci aveva convocato. Prima ci doveva essere l’asta, poi si pensava che l’avrebbe acquistato il Comune, ma noi abbiamo acquistato l’area perché non sapevamo dove andare e quell’area nuova allora non c’era. Fare il nuovo deposito, però, costa 3 milioni. E il deposito di Porto Sant’Elpidio, che doveva servire il tpl, è stato destinato a granturismo dopo la frana di Santa Lucia».