Sparatoria a Lido Tre Archi, guerra tra bande per il controllo dello spaccio di droga

Sparatoria a Lido Tre Archi, guerra tra bande per il controllo dello spaccio di droga
Sparatoria a Lido Tre Archi, guerra tra bande per il controllo dello spaccio di droga
di Sonia Amaolo
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Sabato 1 Aprile 2023, 02:10 - Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 15:23

FERMO - Sparatoria giovedì notte a Lido Tre Archi per un regolamento di conti fra bande per il controllo dello spaccio di droga. Un tunisino quarantenne è stato ferito ad una gamba da un colpo di pistola ed è piantonato all’ospedale Murri di Fermo. Il proiettile è stato estratto e non è in pericolo di vita.


La scintilla


La scintilla che ha portato alla sparatoria è scoccata in un appartamento in via Tobagi che i residenti hanno ribattezzato «il covo dello spaccio» poichè da un anno alcuni residenti segnalano un andirivieni di giorno e di notte più che sospetto.

Chi ha sparato contro il tunisino, prima di fuggire lo ha chiuso in casa e ha buttato la chiave. Il ferito è rimasto praticamente segregato, accasciato a terra in una pozza di sangue. Poco dopo si sono sentiti distintamente altri tre colpi di pistola in strada in via Tobagi, via Nenni, nella piazzetta del quartiere. Sul posto sono giunti gli agenti della polizia, l’automedica del 118 e le ambulanze delle Croci Verdi di Fermo e Porto Sant’Elpidio più la squadra dei vigili del fuoco. In quella polveriera che è diventata Lido Tre Archi oramai gli episodi di criminalità si susseguono con regolarità.

Cinquanta agenti hanno presidiato la zona e soprattutto il pronto soccorso dell’ospedale Murri dove il tunisino è stato trasferito. Già in passato, infatti, c’è stata un’irruzione all’ospedale dove il regolamento dei conti è proseguito. Sempre giovedì notte, proprio a seguito dei potenziamenti dei controlli uno straniero sospetto è passato contromano sopra un prato andando a cozzare contro un Suv. 


Il comitato


Nella giornata di ieri il prefetto ha immediatamente convocato il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. È stato deciso di effettuare un presidio di polizia anche nelle ore notturne con il coordinamento di carabinieri, Guardia di Finanza e polizia che andrà avanti nelle prossime settimane. L’obiettivo è non lasciare sguarnito il quartiere che è rimasto scioccato dopo quanto accaduto giovedì notte. Episiodio di violenza che fa ripiombare Lido Tre Archi a una ventina di anni fa. Nel frattempo le indagini proseguono a tamburo battente e il cerchio si starebbe restringendo sull’aggressore, forse un albanese. Intanto, però, Insorge il quartiere stanco di sopportare tuti questi episodi di violenza che non sono più un’eccezione.

Sono allo stremo i residenti di via Tobagi scala C R2 «sono quelli che spacciano a spararsi! Non è stata una sparatoria tra gente per bene» grida una donna da dietro il catenaccio della porta blindata prima di chiudersi dentro casa. Timori nei palazzi delle R: l’R15, l’R17. Un albanese alla guida avrebbe cercato di investire due persone in fuga, sotto gli occhi terrorizzati delle persone che erano in giro a quell’ora. «Da anni denunciamo lo spaccio di droga nell’appartamento dove è stato sparato il primo colpo di pistola» afferma un commerciante.

«Ribadiamo la necessità di un presidio fisso di polizia – dice Gabriele Voltattorni, portavoce del comitato Corta – non possiamo vivere con la paura di prenderci una pallottola vagante perché c’è qualcuno che spara all’impazzata». Fabrizio Cesetti del Pd porterà il caso in Consiglio martedì. I sequestri di droga effettuati nei mesi scorsi, purtroppo sono insufficienti. Il quarantenne tunisino deve ringraziare il cielo se è ancora vivo. Pochi centimetri più in là e il proiettile avrebbe reciso l’aorta. Sul piede di guerra Confabitare con Renzo Paccapelo che parla di un quartiere «lasciato in abbandono dalla istituzioni a tutti i livelli, un territorio fuori controllo e in mano alla malavita spietata che ha alzato la posta tirando fuori dalle fondine le pistole. Furti, rapine, scippi e spaccio sono il segno distintivo del quartiere, a più riprese abbiamo chiesto un censimento degli appartamenti, un posto fisso di polizia, più pattuglie e indagini».

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