FERMO - Sparatoria giovedì notte a Lido Tre Archi per un regolamento di conti fra bande per il controllo dello spaccio di droga. Un tunisino quarantenne è stato ferito ad una gamba da un colpo di pistola ed è piantonato all’ospedale Murri di Fermo. Il proiettile è stato estratto e non è in pericolo di vita.
La scintilla
La scintilla che ha portato alla sparatoria è scoccata in un appartamento in via Tobagi che i residenti hanno ribattezzato «il covo dello spaccio» poichè da un anno alcuni residenti segnalano un andirivieni di giorno e di notte più che sospetto.
Cinquanta agenti hanno presidiato la zona e soprattutto il pronto soccorso dell’ospedale Murri dove il tunisino è stato trasferito. Già in passato, infatti, c’è stata un’irruzione all’ospedale dove il regolamento dei conti è proseguito. Sempre giovedì notte, proprio a seguito dei potenziamenti dei controlli uno straniero sospetto è passato contromano sopra un prato andando a cozzare contro un Suv.
Il comitato
Nella giornata di ieri il prefetto ha immediatamente convocato il comitato per l’ordine pubblico e la sicurezza. È stato deciso di effettuare un presidio di polizia anche nelle ore notturne con il coordinamento di carabinieri, Guardia di Finanza e polizia che andrà avanti nelle prossime settimane. L’obiettivo è non lasciare sguarnito il quartiere che è rimasto scioccato dopo quanto accaduto giovedì notte. Episiodio di violenza che fa ripiombare Lido Tre Archi a una ventina di anni fa. Nel frattempo le indagini proseguono a tamburo battente e il cerchio si starebbe restringendo sull’aggressore, forse un albanese. Intanto, però, Insorge il quartiere stanco di sopportare tuti questi episodi di violenza che non sono più un’eccezione.
Sono allo stremo i residenti di via Tobagi scala C R2 «sono quelli che spacciano a spararsi! Non è stata una sparatoria tra gente per bene» grida una donna da dietro il catenaccio della porta blindata prima di chiudersi dentro casa. Timori nei palazzi delle R: l’R15, l’R17. Un albanese alla guida avrebbe cercato di investire due persone in fuga, sotto gli occhi terrorizzati delle persone che erano in giro a quell’ora. «Da anni denunciamo lo spaccio di droga nell’appartamento dove è stato sparato il primo colpo di pistola» afferma un commerciante.
«Ribadiamo la necessità di un presidio fisso di polizia – dice Gabriele Voltattorni, portavoce del comitato Corta – non possiamo vivere con la paura di prenderci una pallottola vagante perché c’è qualcuno che spara all’impazzata». Fabrizio Cesetti del Pd porterà il caso in Consiglio martedì. I sequestri di droga effettuati nei mesi scorsi, purtroppo sono insufficienti. Il quarantenne tunisino deve ringraziare il cielo se è ancora vivo. Pochi centimetri più in là e il proiettile avrebbe reciso l’aorta. Sul piede di guerra Confabitare con Renzo Paccapelo che parla di un quartiere «lasciato in abbandono dalla istituzioni a tutti i livelli, un territorio fuori controllo e in mano alla malavita spietata che ha alzato la posta tirando fuori dalle fondine le pistole. Furti, rapine, scippi e spaccio sono il segno distintivo del quartiere, a più riprese abbiamo chiesto un censimento degli appartamenti, un posto fisso di polizia, più pattuglie e indagini».
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