Fermo, il pusher di cocaina in Maserati che amava la bella vita esce dal carcere: andrà in comunità

Fermo, il pusher di cocaina in Maserati che amava la bella vita esce dal carcere: andrà in comunità
Fermo, il pusher di cocaina in Maserati che amava la bella vita esce dal carcere: andrà in comunità
di Sonia Amaolo
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Sabato 2 Novembre 2019, 07:10

FERMO - Scarcerato Demis Amaolo, il pesce grosso dello spaccio che era in carcere dal novembre 2017, dopo che i carabinieri gli trovarono in casa 27 chili di cocaina purissima nel maxi blitz che scoperchiò un vaso di pandora e rivelò i fiumi di polvere bianca che scorrono nella piccola provincia.

Blitz antidroga senza precedenti In casa una montagna di cocaina

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Difeso dall’avvocato Stefano Tizi, lo spacciatore portoelpidiense 44enne con la passione per le auto di grossa cilindrata venne fermato mentre sfrecciava in centro a bordo di una Maserati. Non aveva paura di farsi notare, viaggiava sopra le righe, protetto da una cerchia di amici che potevano contare su laute mance. Nell’irruzione in casa 15 militari dell’Arma e della Finanza sequestrarono 30 chili tra coca, hashish e sostanza da taglio oltre a 25mila euro in contanti. Due ore dopo la perquisizione scattò l’arresto.
 
Ora, dopo un anno e 10 mesi di prigione Amaolo è ai domiciliari, in una struttura protetta. Non si è dichiarato assuntore, ma è preso in cura. L’iter procedurale non si è concluso, il 10 gennaio c’è un’altra tappa. Nel luglio 2018 al primo grado di giudizio il Tribunale di Fermo stabilì una pena di 9 anni di detenzione, l’appello confermò la sentenza ma la Cassazione, lo scorso luglio, accolse parzialmente il ricorso del legale della difesa. Conseguenza, udienza rinviata al 10 gennaio alla Corte d’Appello di Perugia, per rideterminare la pena. Rinviato il processo siamo ancora nella fase giudiziale di un caso che fece tremare il Fermano oggi nel clou di un mese da bollino rosso sul fronte dei sequestri per droga. Sono i fatti a parlare: gli spacciatori dilagano. Non importa da che parte ci si trovi, che sia costa o entroterra, Porto San Giorgio, Lido di Fermo o Porto Sant’Elpidio, c’è sempre un boschetto dello spaccio a portata di mano, dove reperire stupefacenti è facilissimo. Dal 20 settembre a questi giorni c’è stata un’impennata di controlli che sta facendo scoprire gli altarini di un vero e proprio radicato sistema di spaccio su piazza.

Le divise hanno cambiato tattica, stanno mostrando i muscoli. Nell’ultimo blitz due giorni fa l’elicottero dei carabinieri ha sorvolato sulle campagne per ore e ore, è voltato basso sopra le teste, ha puntato ai casolari. Pattuglie per cielo e per terra hanno scovato il casale dei pusher tra Cascinare e Casette. E’ stata una dimostrazione di forza alle organizzazioni criminali dedite allo spaccio. L’attività che rende meglio. Carabinieri nell’entroterra impegnati in contemporanea a poliziotti e finanzieri sul lungomare tra Porto San Giorgio e Lido Tre Archi e sono seguiti sequestri, denunce, arresti. 

Due giorni prima altro giro altro sequestro e altro arresto. Lo scorso fine settimana era stato scovato un market della droga a Porto San Giorgio. I tossicodipendenti bussavano alla porta e si vedevano calare le chiavi dalla finestra per entrare e rifornirsi di marijuana. Come al bar: cappuccino e brioche. A ripercorre l’ottobre da bollino rosso vengono i brividi. Si passa dai 120mila euro e due pistole nascoste sotto terra nell’orto di casa, e la donna arrestata e poi rilasciata, ai controlli a scuola. Andando a ritroso viene in mente l’utilitaria carbonizzata nella notte tra l’8 e il 9 ottobre a Porto Sant’Elpidio, sarà la magistratura a stabilire le cause del rogo, risultato doloso, ma la pista della droga non è secondaria alle altre. L’intemerata delle forze dell’ordine contro il traffico di stupefacenti è un segnale forte, chiaro, indica che qualcosa di grosso bolle in pentola.

A partire dalla coca pura sequestrata lo scorso 20 settembre tra il rimessaggio barche di strada Gabbie e l’appartamento di via Venezia a Porto Sant’Elpidio, fino agi arresti di questi giorni.

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