Il sindaco Calcinaro dopo l’assemblea: «Basta demonizzare chi vive a Tre Archi, dialogo solo con chi è collaborativo»

L'assemblea a Tre Archi
L'assemblea a Tre Archi
di Sonia Amaolo
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Venerdì 20 Agosto 2021, 08:05

FERMO - Prove di riappacificazione tra gli organizzatori dell’incontro pubblico per parlare di sicurezza a Lido Tre Archi e l’amministrazione comunale. Dopo la firma del memorandum nel giugno 2020 tra il sindaco Paolo Calcinaro, il presidente di Confabitare Renzo Paccapelo, Gabriele Voltattorni oggi referente del comitato dei residenti a Lido Tre Archi, e Ugo Ciarrocchi referente dell’associazione Sos Utenti, oggi delegato alla sicurezza per Confabitare, le distanze si sono allargate, fino all’incomunicabilità.

 
La divisione
Da un lato le associazioni vorrebbero tutto e subito: più legalità, più ordine, più sicurezza. Dall’altro lato l’ente amministra e fa i conti con quello che si può fare. Tutti certamente perseguono lo stesso scopo ma sul come e quando le variabili sono infinite. Le distanze sono apparse in tutta evidenza nel corso dell’incontro di martedì. Non hanno partecipato né il sindaco Paolo Calcinaro né il vicesindaco con delega alla sicurezza Mauro Torresi, che non erano stati invitati. C’erano, invitati, due consiglieri di minoranza: Renzo Interlenghi e Stefano Fortuna.

Ugo Ciarrocchi oggi torna sull’incontro e dice «è stato soddisfacente, ho utilizzato la traccia del memorandum. Chiedo all’amministrazione di mettere da parte eventuali difficoltà di relazione con gli interlocutori per fare fronte comune».


La replica
L’amministrazione non era all’incontro perché «il dialogo può esserci solo con le realtà che si mostrano collaborative non con chi fa solo polemica e demonizza» dice il sindaco. Fa notare che è sotto gli occhi di tutti che le cose a Lido Tre Archi da un’estate all’altra sono migliorate e si chiede «perché c’è chi continua a deteriorare l’immagine di un quartiere difficile». Parla delle cose fatte: le telecamere «non si può dire che non funzionano perché sono utilissime per le forze dell’ordine». Parla del delegato alla sicurezza Leo Sciamanna «l’ho trovato io, si chiedeva al comitato di trovare un referente sul territorio per fare da tramite e filtrare i gruppi WhatsApp, confrontandosi con il delegato e a questo punto tutto è cambiato tutto perché questo tramite non si è trovato». Un’apertura finale: «si può ragionare con chi collabora e non ha lo scopo di buttarla sempre e solo in cagnara» la chiosa.

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