FERMO - Siringhe negli scantinati del palazzo, se ne sono andati i turisti, sono tornati gli spacciatori a Lido Tre Archi, tra i palazzoni affacciati su via Nenni vicino al ponte di collegamento con Porto Sant’Elpidio. Siamo alle solite con segnalazioni, foto e proteste di residenti costretti a fare i conti con un fenomeno che vorrebbero risolvere ma, a quanto pare, la soluzione allo spaccio è di là da venire. I pusher hanno preso piede a Tre Archi, per uno che se ne va un altro viene e il caro energia non incide sulla cocaina e l’eroina che restano un grande affare e una merce ricercata e consumata, quindi venduta.
La tendenza
L’eroina preoccupa forse più della cocaina perché si inietta e non si sniffa, lascia quindi la sporcizia per strada.
«Nonostante le tante battaglie fatte non è cambiato niente, siamo sempre alle solite» dice Gabriele Voltattorni, portavoce del comitato dei residenti. C’è chi fa notare che il problema non si risolve se non si comincia a considerare anche le responsabilità di chi affitta monolocali a persone convenzionalmente dedite allo spaccio. Si torna a parlare di controlli al Catasto per cercare, se non di risolvere, di porre almeno un freno al fenomeno che, nei casi delle siringhe abbandonate, diventa un pericolo non solo per chi si droga. Anche perché, vicino alle siringhe usate dai tossicodipendenti, si trovano fondi di lattine tagliate e usate per cucinare la droga insieme a medicinali usati per diluirla. «Abbiamo bisogno di controlli capillari», dicono quelli del comitato dei residenti.