FERMO - Rapagnano piglia tutto? La campagna acquisti delle scuole del paese crea maretta coi Comuni vicini, in trincea per salvare i plessi dagli accorpamenti. Ce l’ha fatta Torre San Patrizio che, a settembre, partirà con una pluriclasse prima-seconda. Ma non è stato facile. Perché l’Usr (Ufficio scolastico regionale) avrebbe voluto mandare gli undici alunni di prima elementare a Rapagnano, assieme ai sette di Magliano di Tenna, e formare una classe da quattordici.
«Il trasferimento è stato evitato – spiga il sindaco Luca Leoni – perché la dirigente dell’Isc di Monte Urano, di cui le scuole del Comune fanno parte - è riuscita a garantire lo stesso organico senza costi aggiuntivi». «Per quest’anno, abbiamo trovato una soluzione, ma bisogna pensare a quelli successivi perché, purtroppo, il calo delle nascite è oggettivo e i numeri sono sempre esigui», dice Leoni. Che vuole essere «lungimirante e dialogare con gli altri sindaci disposti a farlo», mentre «chi non è disposto andrà per la sua strada». Il riferimento, neanche troppo velato, è a quello di Rapagnano. Le cui scuole (infanzia, elementari e medie) calamitano studenti anche dai Comuni attorno. Potrebbero andarci i sette bambini della prima elementare di Magliano di Tenna. Perché, se Torre San Patrizio ha trovato la sua soluzione, qui le trattative sono ancora in corso. «Stiamo valutando con la preside per attivare una pluriclasse prima-seconda e una quarta-quinta, senza costi aggiuntivi», fa sapere il sindaco Pietro Cesetti. Se fosse per l’Usr, invece, la pluriclasse dovrebbe essere seconda-quinta. Ipotesi che il sindaco non vuole prendere in considerazione perché – spiega – il divario d’età tra gli alunni è troppo grande. «Rapagnano punta a confermare due prime classi, ma una sarebbe molto numerosa», incalza Cesetti. E assicura che «le famiglie sono tutte compatte nel voler rimanere a Magliano». Il sindaco se la prende pure con l’Ufficio scolastico regiionale che, dice, «ragiona solo con i numeri». E col Governo che «finanzia progetti per l’edilizia scolastica e, poi, chiude le scuole». A passare per il cattivo della situazione Rapagnano non ci sta. «Da sempre, le scuole sono il nostro fiore all’occhiello. Cerchiamo di fare un’offerta di livello, ma sono i cittadini che scelgono», commenta la sindaca Elisabetta Ceroni. Che rimanda ai mettenti le accuse di “piglia tutto” e precisa che «non portiamo avanti politiche di sottrazione né pratiche di concorrenza sleale, ma cerchiamo di dare il meglio, fornendo un’immagine che ci permette di essere accattivanti per i territori limitrofi». Se le scuole di Rapagnano piacciono anche fuori paese, secondo la prima cittadina è anche perché sono riunite in un unico polo e, per le famiglie, è più facile organizzarsi. Ora, le regole per formare le prime classi le detta un decreto del Presidente della Repubblica: il n. 81 del 2009. Dice che, all’infanzia, la prima parte se ci sono minimo 18 bambini. Numero che scende a 15 per le elementari e risale a 18 per le medie. Le pluriclassi, invece, non possono superare i 18 alunni. Cifre che gli emendamenti presentati da Pd e Lega provano a cambiare. Quelli dei dem saranno discussi in settimana. Chiedono deroghe per formare le classi e assegnare personale scolastico ai Comuni del cratere e a quelli fino a tremila abitanti.
«Senza servizi, al centro dei quali c’è la scuola, il nostro entroterra e i piccoli borghi non possono avere futuro», spiega il senatore Francesco Verducci, primo firmatario degli emendamenti.