Fermo, provano a rioccupare l'appartamento appena sgomberato: i clandestini sfidano le divise

Fermo, provano a rioccupare l'appartamento appena sgomerato: i clandestini sfidano le divise
Fermo, provano a rioccupare l'appartamento appena sgomerato: i clandestini sfidano le divise
di Sonia Amaolo
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Martedì 16 Giugno 2020, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 09:54

FERMO - Provano a rioccupare l’appartamento sgomberato venerdì in via Tobagi a Tre Archi, sarebbero i 4 tunisini arrestati dai carabinieri e da ieri di nuovo liberi. Sono stati visti ieri mattina nel condominio R2 dove avevano occupato un monolocale al 3° piano. Indagano i carabinieri su quello che appare come un affronto alle divise. I militari sono tornati dopo 3 giorni in quella casa dove qualcuno ieri ha tentato di sfondare la piastra d’acciaio che blocca l’ingresso.

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«Stamattina li abbiamo visti sotto casa nostra, sono pericolosi, abbiamo paura» dicono due residenti di quel palazzo, che hanno costituito un comitato di lotta contro le occupazioni e non capiscono perché gli spacciatori e clandestini, indagati per diversi reati, debbano stare sotto casa loro.
 
Quello che è successo ieri lo si può inquadrare da diverse prospettive: chi ha tentato di rientrare in quella casa cercava forse qualcosa che aveva ben nascosto e voleva recuperare? Ma non è detto che siano stati gli stessi che avevano trasformato il monolocale in un bunker della droga ad agire. Spunta il nome di una donna romena: «se acciuffano lei, il problema è risolto» dice una voce al telefono, uno che è addentro alla vicenda. Il sindaco Calcinaro ieri era sul portico del palazzo con la Polizia municipale e i Carabinieri del nucleo radiomobile, della compagnia di Fermo e della stazione di Porto San Giorgio, con la Guardia di finanza.
«Porteremo avanti la strada intrapresa senza abbassare la guardia e seguiranno altri sgomberi e accessi bloccati» afferma il primo cittadino, pronto a tutto. Le operazioni antidroga proseguono, i controlli aumentano e si seguono due strade parallele. Ci sono i blitz ad effetto e le operazioni d’intelligence con uomini in borghese che si confondono tra i potenziali acquirenti. Il quadro è complesso, in certe piazze con un paio di telefonate la bamba arriva a domicilio a basso prezzo. Coca da sniffare, hashish, marijuana, pasticche e anfetamine, si trova di tutto nei suk della droga tra i condomini che hanno le loro sentinelle a controllare. 
Lo spaccio
Per un tocco di hashish sono 30 euro, 60 euro per un grammo di coca, il mercato è fiorente e un blitz come quello di venerdì si infrange contro un’uscita dal carcere dopo 72 ore di quattro personaggi pericolosi. Il Coronavirus ha fermato tutti ma non lo spaccio. E così il fenomeno dilaga, in barba agli interventi di carabinieri e polizia. Domenica pomeriggio gli agenti della questura hanno avuto un bel daffare a Porto Sant’Elpidio al Ferro di Cavallo, dove i residenti avevano segnalato un gruppo di persone all’ultimo piano del palazzo di via Faleria a fumare cocaina in cristalli. Si teme che lo spaccio possa riprendere: «da giorni sentivamo strani rumori, specie di notte, e la mattina seguente trovavamo la serratura rotta al 5°piano, e chiari segni di consumo di crack . Domenica i poliziotti hanno schedato diverse persone, le forze dell’ordine hanno dichiarato guerra alla delinquenza ma stanno lottando con le armi spuntate.