Pronto soccorso al collasso, Cesetti in pressing sulla Regione: «Manca il personale, dirottano anche le ambulanze»

Pronto soccorso al collasso, Cesetti in pressing sulla Regione: «Manca il personale, dirottano anche le ambulanze»
Pronto soccorso al collasso, Cesetti in pressing sulla Regione: «Manca il personale, dirottano anche le ambulanze»
di Francesca Pasquali
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Giovedì 22 Luglio 2021, 10:27

FERMO - Anche più cento pazienti al giorno. Fuori, un viavai continuo di ambulanze e barelle. Dentro, medici e infermieri che non arrivano. È allo stremo il pronto soccorso del Murri. Vittime di malori, incidenti e infortuni vari ingolfano quasi di continuo il punto di primo intervento. Qualche giorno fa, la situazione era talmente critica che, da Ascoli, la centrale operativa del 118 ha cominciato a dirottare le ambulanze coi pazienti meno gravi negli altri ospedali. Era già successo qualche mese fa, per il Covid. Stavolta è diverso. È la routine a essere ingestibile per i cinque medici del pronto soccorso. Che, da piano sanitario, dovrebbero essere ventidue.


«La carenza di personale, di spazi, di Obi e di ausili, unitamente alla carenza di organico nei reparti ospedalieri rendono la situazione veramente emergenziale e insostenibile, con gravi ripercussioni per tutta la sanità fermana», tuona Fabrizio Cesetti. Il consigliere regionale di minoranza ha presentato un’interrogazione «affinché il Governo regionale adotti immediati provvedimenti per risolvere la grave situazione in cui versa il pronto soccorso, assicurando all’Area vasta 4 le risorse umane, strumentali e organizzative necessarie per ovviare alle carenze sia del pronto soccorso che dei reparti ospedalieri». Per Cesetti, «appare improcrastinabile l’adozione di misure dirette a risolvere le non più tollerabili gravi criticità dell’ospedale, per evitare insopportabili disagi e disservizi ai cittadini del territorio della provincia e ai tanti altri che in questo periodo vi soggiornano».

Preoccupano anche i dati delle vaccinazioni. In tre Comuni del Fermano, gli ultrasessantenni vaccinati sono meno dell’80%.

Maglia nera per Montottone, dove gli over 60 che hanno ricevuto le due dosi sono il 76% (278 su 366). Gli altri due Comuni sono Torre San Patrizio, con il 79,3% (562 su 709), e Rapagnano, con il 79,6% (483 su 607). Ieri pomeriggio, il sindaco di Montottone, Giovanni Carelli, ha chiamato il medico di base del paese, «per capire chi non si è vaccinato e promuovere una campagna pro-vaccinazione insieme alle autorità sanitarie. Come in tutti i paesi – spiega Carelli, che l’altro ieri ha fatto la seconda dose –, ci sono persone contrarie ai vaccini. Quello della vaccinazione non deve passare come un messaggio di imposizione, ma come di un sistema per uscire da questa situazione».

Dopo settimane, ieri, a Montottone, ci sono stati due nuovi casi di Covid. «Un segnale che ci deve far pensare», dice Carelli. Ancora più allarmanti i numeri della fascia d’età 12-59, dove i Comuni del Fermano che non raggiungono il 50% di vaccinati sono otto: Francavilla d’Ete (41,7%), Monte Vidon Combatte (47,8%), Torre San Patrizio (48,2%), Porto Sant’Elpidio (48,5%), Moresco (49,2%), Grottazzolina (49,6%), Monte Giberto (49,9%) e Ortezzano (49,9%).


Mobilita medico di famiglia e parroco, il sindaco di Francavilla, Nicola Carolini. «In tanti – dice – si stanno rendendo conto che è inutile avere una posizione contraria. Poi, c’è una parte che non crede nei vaccini o teme conseguenze a lungo termine o è male informata». Coi giovani del paese, Carolini parla di persona, «per fargli capire che la vaccinazione tutela la loro salute e quella degli altri e che, se non arriviamo all’immunità di gregge, a settembre arriverà un’altra ondata e non riusciremo a sopportarla».

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