Fermo, tramonta il taglio
delle 23 Prefetture. Calcinaro esulta

Fermo, tramonta il taglio delle 23 Prefetture. Calcinaro esulta
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Giovedì 15 Ottobre 2015, 21:38 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 15:39
​FERMO - La Prefettura di Fermo è salva. No, non solo quella di Fermo. Per la verità sono salve anche tutte le altre 22 che rischiavano un taglio netto, scritto fino a ieri nero su bianco su una bozza di decreto messa a punto dal ministero dell'Interno ed inviata lo scorso 9 settembre ai sindacati. “E’ una bella notizia”, ha commentato a caldo ieri sera il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, in prima linea per difendere la Prefettura della provincia più giovane delle Marche.

Ventitre prefetture dovevano sparire, nel nome della spending review. Un mese dopo - ieri mattina - il dietrofront: i ministri dell'Interno, Angelino Alfano e della Funzione pubblica, Marianna Madia, hanno incontrato un gruppo trasversale di parlamentari costituito proprio per opporsi alla sforbiciata degli Uffici territoriali di Governo e li hanno rassicurati: non c'è nessuna lista di prefetture destinate a sparire, si cercherà di ottenere in altro modo i risparmi che sarebbero arrivati per quella via. Queste, nel provvedimento, erano le sedi da chiudere: Teramo (accorpata a L'Aquila), Chieti (accorpata a Pescara), Vibo Valentia (accorpata a Catanzaro), Benevento (Avellino), Piacenza (Parma), Pordenone (Udine), Rieti (Viterbo), Savona (Imperia), Sondrio (Bergamo), Lecco (Como), Cremona (Mantova), Lodi (Pavia), Fermo (Ascoli Piceno), Isernia (Campobasso), Asti (Alessandria), Verbano-Cusio-Ossola (Novara), Biella (Vercelli), Oristano (nuoro), Enna (Caltanissetta), Massa-Carrara (Lucca), Prato (Pistoia), Rovigo (Padova), Belluno (Treviso). Ma all'annuncio del taglio - come sempre avviene in questi casi in Italia, dai tribunali alle Province - erano subito scattate proteste, da parte dei sindacati, ma anche dai territori. Da lì, la resistenza salva-prefetture è approdata anche in Parlamento. Diversi onorevoli e senatori eletti in aree con enti a rischio chiusura si sono infatti riuniti un cartello per fare lobbying sul Governo e scongiurare la scure. Un movimento che attraversa gli schieramenti, da destra a sinistra, col Pd in prima linea. Ieri l'incontro del gruppo con i due ministri. Al termine, esulta Giorgio Zanin (Pd), che ha guidato la delegazione: “Alfano e Madia ci hanno detto che non è stata formalizzata alcuna lista delle prefetture che dovrebbero eventualmente chiudere. I due esponenti del Governo hanno dimostrato grande attenzione alle nostre esigenze e a quelle dei territori, dimostrando di voler proseguire l'interlocuzione avviata per trovare una soluzione comune ai vari problemi”. E la soluzione su cui si è discusso ieri mattina è quella di recuperare altrove le risorse che si sarebbero risparmiate accorpando le 23 Prefetture: dai costi degli affitti delle sedi ad economie da fare a livello centrale. I dati circolati nell'incontro di ieri indicano in 6 milioni di euro i risparmi ottenibili dall'accorpamento degli enti. In precedenza, tuttavia, quando a dirigere la spending review era Carlo Cottarelli, si era parlato di un risparmio di un milione di euro per ogni Prefettura tagliata. Ora ci sarà da convincere il premier Matteo Renzi sull'opportunità di riporre in un cassetto la tagliola. “Non mi sottraggo a un discorso più generale sul riassetto degli uffici territoriali - commenta Calcinaro - ma era chiaro ed evidente che qui ci trovavamo davanti ad uno spot. Sono felice che il discorso si sia chiuso e mi dispiace per qualche gufo che già si era appollaiato per propri tornaconti politici. Riorganizzare sì dunque, ma senza colpire singoli territori. Io credo sia stata molto utile la battaglia fatta con grande vigore, anche stavolta. Battaglia che ha dato forza ai nostri rappresentanti parlamentari che ringrazio per il loro impegno. Come ringrazio Confindustria che ha lavorato insieme con tutte le associazioni e l’assessore Cesetti che ha dato un contributo importante per la lettura normativa che occorreva dare per questa causa. Inoltre voglio sottolineare il ruolo del presidente della Provincia Aronne Perugini che ha inteso scrivere a tutti i presidenti di provincia e ha fatto capire che non era una battaglia solo di Fermo ma di tutto il territorio. Detto questo dobbiamo ora non mollare la presa e continuare a richiedere una maggiore presenza di forze dell’ordine sul territorio e un ragionamento organico e complessivo su prossime future scelte nazionali”.

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