FERMO - Non c’è pace per il pronto soccorso del Murri. A corto di personale e con diversi sanitari contagiati, adesso deve fare i conti anche con le rimostranze dei “cugini” ascolani. Che negli ultimi giorni hanno visto arrivare parecchie ambulanze targate Fermo. Dentro, pazienti positivi in cerca di un letto. Mandati dal Murri, dove, di posti liberi, non ce ne sono più. Nell’ospedale cittadino, i ricoverati delle ultime due settimane si contano sulle dita di una mano.
LEGGI ANCHE:
Soluzione fisiologica iniettata su 47 persone al posto del vaccino anti Covid
Ieri pomeriggio, al pronto soccorso c’erano sette pazienti positivi, di cui uno in condizioni critiche. «Resteranno qui finché non uscirà fuori un posto da qualche parte», si vociferava in via Speranza. E siccome al Murri, salvo casi eccezionali, di ricoveri non se ne fanno più, il posto in questione deve uscire fuori da un altro ospedale, meglio se vicino. Ma che, con l’acqua alla gola pure lui, non fa i salti di gioia quando, sulla lettiga, vede arrivare un paziente del Fermano. Un’emergenza che non dà scampo e che, negli ultimi due giorni, ha fatto quattro vittime. Al Murri, dove è stata chiusa la farmacia ospedaliera per la positività di un farmacista, sono morti un 87enne di Montegiorgio e un 67enne di Porto Sant’Elpidio. All’ospedale di Civitanova è deceduta una 68enne di Magliano di Tenna, all’Inrca di Fermo una 78nne di Montegranaro. Ieri, nella nostra provincia, i nuovi contagi erano 53. In tutto, i positivi sfiorano quota 1.100. Le persone in quarantena sono 1.733, di cui 309 sintomatiche.
Brusca frenata, intanto, della campagna vaccinale. Un migliaio le dosi arrivate in settimana in Area vasta 4, messe da parte per i richiami di chi ha ricevuto la prima dose. La linea è di andare avanti il più possibile con il secondo dosaggio, una volta trascorse le tre settimane dalla somministrazione del primo. L’unica eccezione riguarda una manciata di operatori sanitari che non avevano ancora ricevuto la prima dose e che saranno vaccinati. L’altro ieri, nelle celle frigorifere del Murri, c’erano più o meno 1.600 dosi.
Impossibile, con questi numeri, andare avanti con le vaccinazioni della prima fase. Dalla quale, al momento, resterebbero fuori circa duecento militi delle pubbliche assistenze e tutte le strutture convenzionate con l’Av4, come centri diurni e comunità.
In via Zeppilli, i telefoni squillano di continuo.