FERMO - La passione per la pallacanestro, per la lettura teologica ma anche per la carbonara. Dopo 9 anni a Porto Sant’Elpidio, Hari Haran Sagadevan, conosciuto da tutti come don Hari, torna nel suo paese d’origine, lo Sri Lanka. «Devo andare per dare una mano» afferma il sacerdote riferendosi alla situazione di grave crisi economica in cui versa il suo paese. Si unirà ai suoi amici preti che sono stati in prima linea per protestare contro il governo. Un Paese estremamente cambiato rispetto a quello che don Hari ha lasciato nel 2013 per poter venire in Italia a studiare.
I cambiamenti
Ma anche lui è cambiato. «Sono super occidentalizzato ma in questi nove anni nel Fermano ho imparato l’umiltà leggendo il Vangelo» afferma don Hari.
Lo sport
Ma oltre alla lingua, a Porto Sant’Elpidio don Hari coltiva la sua passione per la pallacanestro. I due allenamenti settimanali con la squadra locale che disputa il campionato Csi sono “sacri”. Così come le partite in cui don Hari è un punto di forza. «Da ragazzo sono andato a Colombo e ho visto dei ragazzi che giocavano a basket. Sono rimasto affascinato e quando sono andato al seminario mi allenavo per ore. Poi dal 2014 ho giocato qui a Porto Sant’Elpidio con una squadra che è stata la mia seconda famiglia» sostiene il prete che oggi prenderà il volo che lo porterà ad Avissawella (a 48 km da Colombo) dove è stato nominato direttore catechetico della diocesi. In Sri Lanka i cattolici rappresentano il 4,5% della popolazione a maggioranza buddista. Inoltre don Hari fa parte della etnia di minoranza. Ma questo non è mai stato un problema grazie anche al suo linguaggio semplice ma originale e al suo carisma. Don Hari (che usa i social) oltre l’affetto del Fermano porterà con sé l’amore per il basket e per la carbonara che preparerà per i commensali come ricordo dell’Italia.