Fermo, passa con il rosso e uccide
una donna, patteggiata la pena

Fermo, passa con il rosso e uccide una donna, patteggiata la pena
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Venerdì 24 Novembre 2017, 09:29
FERMO - Dopo alcuni rinvii finalizzati a permettere il perfezionamento delle transazioni e il risarcimento dei danni alle vittime, è terminato ieri il primo processo per omicidio stradale dinanzi la Gup di Fermo Maria Grazia Leopardi con la presenza del pm Chantal Dameglio. Il procedimento si è chiuso con sentenza di patteggiamento a carico di A. H., marocchino di 57 anni residente a Monte Urano. 

L’uomo era alla guida della sua Fiat Punto, in auto la figlia di 23 anni, quando aveva attraversato un incrocio sulla Mezzina con il semaforo rosso colpendo in pieno sulla fiancata destra la Peugeot 206 a bordo della quale si trovavano Simone Cesaroni di Jesi e la compagnia Gessica Sgariglia di Montegranaro, proprietaria dell’Antica Brace, un noto ristorante di Porto Sant’Elpidio.

Il primo rimase gravemente ferito, ricoverato in rianimazione a Fermo, e la seconda era deceduta a seguito dell’impatto. L’incidente risale al 28 marzo 2016. Era il giorno di Pasquetta. Gessica e Simone stavano andando a lavoro a Porto Sant’Elpidio, per preparare il pranzo, A.H. stava accompagnando la figlia a Civitanova, anche lei doveva prendere servizio in un ristorante. Una tragedia che commosse tutti.

La pena, già concordata con il titolare del procedimento Alessandro Piscitelli, è stata determinata dal giudice in due anni finali, con il beneficio della sospensione condizionale della pena. 
 
«La pena - commenta il difensore di A.H., l’avvocato del foro di Fermo Igor Giostra -, comunque significativamente elevata secondo criteri di comune sentire e buon senso, trattandosi di reato colposo, si è potuta contenere nel limite dei due anni con il beneficio della sospensione condizionale della pena grazie all’impegno profuso nel permettere l’integrale risarcimento di tutte le parti offese e danneggiate dal tragico evento». 

Secondo le disposizioni legislative relative alla nuova fattispecie dell’omicidio stradale, è stata applicata, nei confronti del conducente della Punto anche la pena accessori della revoca della patente. «Nel caso di specie - commenta ancora l’avvocato Giostra - la vita esemplare dell’imputato, il fatto che sia un lavoratore padre di famiglia e che non abbia mai avuto alcun precedente penale fa ritenere meramente vessatoria e inutilmente punitiva la sanzione accessoria della revoca della patente di guida per periodi di tempo tanto lunghi (da 5 anni in su, prevede la normativa, ndr) da fa presagire danni di natura irreparabile o peggio effetti criminogeni. In tal senso la norma sull’omicidio stradale merita la più forte censura». Essendo questo il primo caso di omicidio stradale aggravato che ha interessato il tribunale di Fermo, l’avvocato Giostra spera «che possa dar corso a una seria riflessione sulla norma da parte di tutti gli operatori del diritto finalizzata ad una modifica migliorativa della stessa ad opera di un legislatore che in questa prima stesura si è dimostrato quantomeno frettoloso». 
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