FERMO - Sono arrabbiati, gli studenti della scuola media “Da Vinci - Ungaretti”. Quando hanno visto il “loro” parco imbrattato, non potevano crederci. Tutto il lavoro fatto nell’ultimo anno assieme agli insegnanti rovinato dai vandali. Panchine rotte, scritte sui tavoli e sui divisori di legno. La “Mentuccia” imbrattata da scritte e disegni. Lo ripuliranno, i ragazzi, ma vogliono le scuse dei colpevoli.
Per convincerli a farsi avanti, hanno registrato un video. Un’edizione speciale del “Tg-Leo”, il telegiornale della scuola. “Indignati speciali” Roberto e Camilla, due studenti che, con i compagni, alla Mentuccia, col bel tempo, hanno cominciato a fare lezione e che ora denunciano gli atti vandalici. «Siamo stati sopresi da un fatto che non doveva succedere: qualcuno ha osato distruggere il nostro lavoro, scrivendo cose che neanche hanno senso. Il nostro lavoro è andato perso. Ho avuto il coraggio di metterci la faccia, dicendo questo e tu, mio caro amico?», chiede Camilla ai vandali. Da qualche mese, è in corso la riqualificazione del parco a due passi dalla scuola media. Col tempo, sono comparsi gazebi di legno dove studiano i ragazzi, panchine dipinte e tettoie per ripararsi. I bagni sono ancora da sistemare. Dovrebbe pensarsi il Comune. Rimessa quasi a nuovo, negli anni, la Mentuccia era caduta nell’abbandono, ritrovo di spacciatori e giovani sbandati. Nella nuova veste, ha ripreso a popolarsi di famigliole e bambini. Fino a qualche giorno fa, quando qualcuno armato di pennarello ha rovinato il lavoro dei ragazzi. «Questo atto di vandalismo non ce lo saremmo mai aspettati da te. È stato sicuramente un momento di debolezza da parte tua, dopo un anno di lavoro da parte nostra», dice Roberto, sempre nel video.
«Il parco sarà inaugurato nelle prossime settimane – aggiunge Camilla – e noi faremo il possibile per mettere al suo posto tutto quanto com’era prima, ma tu hai tutto il tempo per chiedere scusa nel modo in cui ti piace e in modo anonimo, perché non abbiamo bisogno di sapere il tuo nome, ma esigiamo le tue scuse.