FERMO - Due operatori sanitari su dieci dell’Area vasta 4 non vogliono vaccinarci. Mentre sono in corso i richiami per i lavoratori della sanità fermana, quel 20% di dosi non somministrate preoccupa. «L’80% non basta. È inaccettabile che ci siano operatori che rifiutano la vaccinazione. Il vaccino è l’unica arma che abbiamo per creare un cordone di soggetti immunizzati, ma non abbiamo strumenti coercitivi», spiega Giuseppe Ciarrocchi.
Negli ospedali – ragiona il direttore del Dipartimento di prevenzione –, non sono i pazienti positivi a far scoppiare i focolai, ma gli operatori non vaccinati che prendono il virus dai pazienti e lo trasmettono agli altri. Ma il vaccino non è obbligatorio e gli operatori non possono essere costretti a farlo. Così, quel 90% che s’era data come obiettivo l’Av 4 resta lontano. Si dice «fiducioso», il direttore dell’Asur fermana, Licio Livini. «Con un vaccino nuovo – spiega –, di cui non si conoscono gli effetti, che ci siano perplessità e timori ci può stare. L’obiettivo resta il 90%, per far scattare l’immunità di gregge».
Prosegue, intanto, il piano vaccinale.
Saranno chiusi i punti di vaccinazione dell’ospedale e del Dipartimento di prevenzione. Nebbia fitta, invece, sui 15.600 over 80. Il piano dell’Av 4 prevede di vaccinare a domicilio i non autosufficienti, con il supporto dei medici di medicina generale. Gli autosufficienti dovranno recarsi al Fermo Forum o, per l’area montana, alla scuola elementare di Amandola. Quando, però, non è dato saperlo. Dipenderà da tempi di arrivo delle dosi. E da quante saranno.