Operaio ucciso, il bracciante accusato di omicidio fa scena muta davanti al Gip

Operaio ucciso, il bracciante accusato di omicidio fa scena muta davanti al Gip
Operaio ucciso, il bracciante accusato di omicidio fa scena muta davanti al Gip
di PIerpaolo Pierleoni
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Sabato 29 Ottobre 2022, 04:00

SANT’ELPIDIO A MARE  - Manjit Singh è arrivato ieri mattina in ambulanza, scortato dalla polizia penitenziaria. Ha fatto ingresso in tribunale su una sedia a rotelle, assistito dall’avvocato Alessandro Ciarrocchi, per l’interrogatorio di garanzia davanti al gip. 

 
Le accuse
Il bracciante di 56 anni indiano, accusato dell’omicidio del connazionale Satwant Singh, avvenuto la settimana scorsa a Sant’Elpidio a Mare, non ha però risposto alle domande del magistrato, per motivi di salute. Da poco dimesso dall’ospedale di Civitanova Marche, dove era arrivato la notte del delitto per una profonda ferita all’addome, non è ancora in condizioni di parlare. Così l’interrogatorio è stato rinviato all’11 novembre, previo parere dal medico del carcere, che dovrà accertare se sia in grado di affrontare l’interrogatorio. In caso contrario l’incontro potrebbe slittare ancora di alcuni giorni. 


I dolori
«Il mio assistito avvertiva ancora forti dolori e non era in condizioni di parlare, va tenuto conto che appena qualche giorno fa si trovava ancora in prognosi riservata – spiega l’avvocato Ciarrocchi – Nonostante si trovi in Italia da quasi dieci anni, non parla ancora bene la lingua e c’è bisogno dell’interprete per affrontare l’interrogatorio di garanzia.

Abbiamo avuto modo di scambiarci poche parole, sempre con l’ausilio del traduttore. Ha comunque manifestato la volontà di parlare per chiarire la propria posizione». Nessuna reticenza, insomma, ma solo una difficoltà oggettiva, per il convalescente, nell’affrontare un colloquio che richiede di rispondere a domande dettagliate e di ricostruire accuratamente cosa sia accaduto nell’appartamento di via Turati a Bivio Cascinare, la sera del delitto.


Le contestazioni
«Parlava con un filo di voce, non c’è stato ancora modo di avere un colloquio approfondito – prosegue Ciarrocchi – Ha però lasciato capire di voler spiegare tutto. Contesta le accuse che gli vengono rivolte, in particolare quella di essersi inferto volontariamente la coltellata che lo ha ferito gravemente. La sua versione è completamente diversa e sostiene di essersi difeso. Gli elementi da chiarire sono ancora diversi, vanno vagliate le testimonianze raccolte dagli inquirenti, sicuramente sarà importante anche analizzare le conclusioni dell’autopsia sul corpo della vittima, quando saranno depositate». 


Il carcere
Insomma tutto rimandato di un paio di settimane. Nel frattempo Manjit Singh rimane in carcere. È lui ad oggi l’unico indagato con l’accusa di omicidio volontario. Un solo fendente, inferto con una lama da 30 centimetri, è costato la vita a Satwant Singh, il 29enne operaio calzaturiero con cui condivideva l’appartamento. Da chiarire anche quante altre persone fossero presenti nell’abitazione quando si è consumato il dramma e quanto tempo sia trascorso tra il ferimento e la chiamata dei soccorsi, arrivati quando ormai il giovane era agonizzante e non c’era più nulla da fare per salvargli la vita.

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