Fermo, lo choc del commerciante
«Quel bandito poteva uccidermi»

Fermo, lo choc del commerciante «Quel bandito poteva uccidermi»
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Giovedì 22 Marzo 2018, 04:35
FERMO - Due grandi cerotti bianchi. Uno sul mento, l’altro sulla guancia sinistra. È stato operato martedì sera Massimo Lupi, il titolare del supermercato di Casabianca ferito al volto durante una rapita nel suo negozio. «È successo tutto in pochi istanti. Ho provato a fermarlo e mi ha colpito. Subito non me ne sono neppure reso conto», racconta dalla sua casa, dove resterà per qualche giorno prima di tornare al lavoro. Ancora vividi i ricordi di quegli istanti drammatici. Il delinquente che entra come un cliente qualsiasi. La finta di pagare alla cassa. Il furto e la colluttazione. La corsa al pronto soccorso.

«Erano passate da poco le 17 – dice parlando a fatica a causa dei punti – e in negozio c’era solo un cliente. È entrato quest’uomo con il cappuccio in testa. Aveva dei tatuaggi neri che gli sporgevano dalle guance. Sembravano quasi ferite. Ho capito subito che sarebbe successo qualcosa di brutto, ma ho pensato a un ladro che avrebbe portato via qualche prodotto».

La situazione prende invece una piega diversa. «Mi ha domandato dov’era il reparto salumeria. Gliel’ho indicato. Ha chiesto a mia moglie un panino con il prosciutto ed è venuto alla cassa. Teneva la testa bassa e si girava spesso. Mi ha mostrato cinque euro e io ho aperto lo sportello per dargli il resto. A quel punto è passato dall’altra parte e ha preso tutto quello che c’era: 670 euro». Con un coraggio che neppure sapeva di avere, il titolare del supermercato si para davanti al malvivente e cerca di bloccarlo.

Ne parte una colluttazione e il ladro ferisce l’uomo al volto con un coltello. «Ho reagito d’istinto», spiega Lupi. «Quando lavori per dodici ore al giorno, certe volte non riesci ad accettare arroganza e prepotenza di questo tipo. Scopri di avere una rabbia dentro che fai difficoltà a controllare. E poi non sapevo che fosse armato. Probabilmente teneva il coltello, credo a serramanico, con una mano, mentre con l’altra prendeva i soldi dalla cassa. Pensavo di poterlo fermare. Era alto circa un metro e ottanta, di corporatura normale. Istintivamente ho provato a bloccarlo, mi ha detto “Lasciami che ti ammazzo” e mi ha colpito».
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