Fermo, partono i ricorsi per l’autovelox
«Ora il prefetto azzeri le nostre multe»

Un cartello stradale che indica la presenza dell'autovelox
Un cartello stradale che indica la presenza dell'autovelox
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Mercoledì 22 Novembre 2017, 04:45
FERMO - Ricorso al Prefetto con tanto di raccolta firme, ricorsi per le singole multe al giudice di pace, ma niente class action. E’ questa, in estrema sintesi, la strada indicata dal senatore Remigio Ceroni, affiancato dal consigliere provinciale Alan Petrini e da Gastone Gismondi ed Andrea Agostini nella battaglia per cercare di sbrogliare la questione della valanga di multe arrivate agli automobilisti in transito lungo la Mezzina dopo la conversione dei tutor in autovelox. Lunedì sera nella sala riunioni del calzaturificio Dino Corvari, uno di quelli che ricadono proprio nel tratto incriminato, c’erano un centinaio di cittadini, ognuno con la propria storia, ognuno in cerca di una strada per evitare di pagare sanzioni che, nei casi peggiori, lievitano a migliaia di euro e decine e decine di punti decurtati.
Pendolari, dipendenti delle aziende della zona, trasportatori (Giuseppe Matricardi, dell’omonima ditta di trasporti, ha raccontato di averne prese 12 lui più una decina i suoi camionisti), tutti desiderosi di risposte dalla Provincia, che quei velox li gestisce. «Sappiamo bene che da tempo lo Stato gira molti meno trasferimenti a Comuni e Province e questi per fare cassa usano qualsiasi modo, tra i quali ovviamente quello di fare più multe possibile con autovelox e tutor – ha evidenziato Ceroni nel suo intervento – su tutti c’è il caso di Porto San Giorgio, ma penso anche ad altri Comuni come Belmonte. Stavolta tocca alla Provincia di Fermo: cambiare un sistema che funzionava come quello dei tutor in autovelox e farlo il 10 agosto, a ridosso delle ferie, è un’operazione che lascia molto perplesso. In primis sul fronte della sicurezza, perché arrivando nei pressi del velox si frena, poi riaccelera e poi frena di nuovo. Probabilmente il vecchio sistema, seppur all’inizio aveva prodotto molte multe, ora non faceva più incassi a sufficienza e allora si è deciso di cambiare».
 
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