Patto fra scuola e lavoro, la ricetta del Montani di Fermo traina il territorio. L'Ape d'oro va alla Bonanni

Patto fra scuola e lavoro, la ricetta del Montani di Fermo traina il territorio. L'Ape d'oro va alla Bonanni
Patto fra scuola e lavoro, la ricetta del Montani di Fermo traina il territorio. L'Ape d'oro va alla Bonanni
di Domenico Ciarrocchi
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Domenica 11 Dicembre 2022, 04:05 - Ultimo aggiornamento: 16:56

FERMO - Scuola e lavoro, il patto funziona. Ma si deve fare di più. Lo sanno bene al Montani: in decenni di crescita e successi, la scuola è diventata talmente nota e apprezzata anche fuori regione da diventare un simbolo della città. Ieri mattina ha celebrato i suoi studenti con la consegna dei diplomi a chi ha frequentato l’ultimo anno di scuola nel periodo più duro della pandemia, maturandosi nel 2020: 250 ormai ex studenti hanno ricevuto il diploma, in gran parte già al lavoro.

Una cerimonia durante la quale l’ex dirigente Margherita Bonanni ha ricevuto il riconoscimento dell’Ape d’oro che, in base al regolamento, viene assegnato a “un capitano d’azienda, imprenditore, industriale, artigiano, dirigente, uomo di cultura o personaggio di rilievo che si è distinto nel settore tecnico, tecnologico, e che ha collaborato con il Montani”.


I protagonisti


Tanti, in passato, gli imprenditori premiati, da Lanfranco Beleggia della Brosway a Enrico Bracalente di NeroGiardini: ma stavolta il premio va a chi, per anni, è stata in prima linea per rilanciare lo storico istituto.

Una doppia emozione, per lei e per i ragazzi: i diplomati dell’anno 2019/2020 erano studenti nell’ultimo anno in cui la Bonanni è stata preside. E la premiazione era slittata per il Covid. «È stato - commenta l’attuale dirigente scolastica, Stefania Scatasta - un grande momento di festa per tutto il Montani: è stato bello ritrovarsi insieme ai ragazzi in presenza e poter assegnare il riconoscimento, sempre in presenza, alla professoressa Bonanni, che ha fatto tanto per l’istituto, nel suo complesso». La Bonanni ha insegnato a lungo Biologia nell’istituto, che ha poi guidato a partire dal 2009, prima di lasciare il timone della scuola nel 2020 alla Scatasta.

«L’Ape - spiega ancora quest’ultima - è il simbolo della nostra scuola, portato nel 1856 dall’allora preside Langlois: nel corso dei decenni è rimasto nella tradizione della scuola». E non poteva non essere anche il simbolo dell’operosità che contraddistingue l’intero Montani. La Bonanni ha salutato i “suoi” studenti, in un momento emozionante per tutti, anche per quei ragazzi che si sono ritrovati dopo aver passato settimane a distanza: sono quelli che hanno frequentato le lezioni in quel secondo quadrimestre terribile della prima emergenza pandemica, ragazzi che tra le mille difficoltà di tutti la stessa Bonanni ha guidato fino alla Maturità. Alla mattinata anche il sindaco Paolo Calcinaro, che ha salutato gli ex allievi, e il presidente dell’associazione che riunisce questi ultimi, Carlo Labrorzzi, sempre pronta a organizzare iniziative nel nome del Montani.


Gli spiragli

 

 

Lo stesso Calcinaro ribadisce il ponte che l’Iti rappresenta fra scuola e lavoro, un tema ripreso in questi giorni anche da Confindustria e rilanciato dalla Camera di Commercio con il sostegno agli Its e le lezioni sul made in: la pandemia sembra (si spera) alle spalle: ma per ripartire davvero la sinergia fra mondo della scuola e mondo del lavoro deve ancora essere perfezionata. «Ma qui si può fare - chiosa la Bonanni -: le persone lavorano davvero per la comunità».

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