Fermo, bentornato Mercatino. Nove appuntamenti incorniciati nell'affascinante centro storico per migliaia di visitatori

Il Mercatino del giovedì nel centro storico di Fermo
Il Mercatino del giovedì nel centro storico di Fermo
di Francesca Pasquali
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Venerdì 2 Luglio 2021, 07:10

FERMO - Niente dispenser col gel disinfettante. Niente percorsi obbligati per entrare e uscire. Niente catenelle a delimitare fin dove si può arrivare. Ha un sapore di normalità la ripartenza del Mercatino del giovedì. 

L’appuntamento che da 39 anni accompagna le estati fermane ha riaperto i battenti tra turisti (pure stranieri) e nuovi espositori. L’unico dubbio riguarda le mascherine. Perché se è vero che, da lunedì scorso, non sono più obbligatorie all’aperto, è anche vero che la regola non vale se non si riesce a mantenere la distanza di sicurezza. Ed è quello che gli organizzatori vorrebbero evitare. L’anno scorso, per terra, c’erano le frecce che indicavano dove passare. Quest’anno, in centro, ci si muove liberamente. Di pomeriggio, il problema non si pone, perché di gente non ne gira tanta. La sera, il discorso è diverso. Se la situazione dovesse sfuggire di mano, l’idea è di usare la fonica rinnovata dal Comune per dire alla gente di metterla. «Ci stiamo ragionando insieme al sindaco. Come l’anno scorso, ci teniamo a far passare il messaggio che il mercatino si svolge in sicurezza», spiega l’organizzatore Claudio “Bibi” Iacopini che si dice «soddisfattissimo» del primo dei nove appuntamenti che accompagneranno l’estate fermana. 


Il telefono gli squilla di continuo. C’è chi gli chiede se c’è ancora un posto libero e chi se in piazza c’è un locale dove mangiare. Chi si informa sulle date del mercatino e chi sulle attività ricettive. «Prenoto anche le cene», scherza Iacopini, mentre gira tra le bancarelle degli espositori, alcuni storici, altri nuovi. In piazza del Popolo, vicino a Palazzo dei priori, Natan Kaaren cammina con in mano un secchio d’acqua. S’avvicina al suo banco e l’appoggia. 

Fa la carta fatta a mano, con una tecnica «mezza giapponese e mezza mia». È nato in Polonia e ha vissuto trent’anni in un kibbutz. Poi, con la moglie è arrivato ad Amandola. «Si sta bene. Ci sono caprioli, tanti uccelli e poca gente. C’è pace, insomma», dice, mentre bagna un panno di feltro, ce ne adagia sopra uno di tessuto non tessuto e preme. «La preparazione è lunga – spiega , ma la carta si fa in poco tempo.

D’inverno viene meglio perché l’acqua fredda aiuta». Per fare un foglio, impiega ventiquattr’ore. La gente passeggia e curiosa tra gli oggetti esposti. 

Su una bancarella c’è un portagelati degli anni Cinquanta. Poco lontano, un espositore vende una statua a forma di uccello a una turista francese. Si capiscono a gesti. Alla fine, concludono. Di mettersi a fare targhe per le camerette dei neonati, ad Agnese Luciani e Paolo Vallesi è venuto in mente durante il lockdown. «Avevamo tanto tempo libero e abbiamo pensato di usarlo in maniera utile», raccontano i due ragazzi di Fermo. A lui lavorare il legno è sempre piaciuto. Lei dice di essere «creativa e fantasiosa». «Abbiamo mixato le due cose ed eccoci qui», spiegano. Il tornio per lavorare il legno, Luisa Cavallero e Lorenzo Ceccarelli, ieri, non l’avevano portato. «Il prossimo giovedì, però, faremo vedere come funziona», promettono, mentre sistemano vasi e portapenne fatti a mano su un mobiletto. Sono di San Benedetto. Per loro, è il secondo anno. 

«Speriamo in una bella estate – dicono – e di tornare alla normalità». Tra viale Veneto, piazza, corso Cefalonia e piazzale Azzolino c’è qualche spazio vuoto. «È normale – spiega Iacopini –, perché non tutti partono dalla prima giornata. C’è che arriva il secondo giovedì, chi il terzo. A regime, gli espositori saranno poco meno di 160. Lo zoccolo è del Fermano-Maceratese. Ma, per vendere la loro merce, sono arrivati (e arriveranno) anche da Napoli e Roma, dal Bolognese e da vicino Torino e Milano. E dall’estero: da Belgio, Inghilterra e Polonia. I fermani sembrano apprezzare. I turisti, i primi arrivati, anche. C’è voglia di normalità, che significa pure una passeggiata in centro e un giro tra le bancarelle. «Ce la faremo. Ne sono sicura», dice a bassa voce una turista. Tiene per mano una bambina che, con la mano, indica i palloncini che si muovono in aria.

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