Fermo, Di Ruscio attacca Cesetti
"Sei anni di nulla e ora ci dà l'ospedale"

L'ex sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio
L'ex sindaco di Fermo Saturnino Di Ruscio
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Sabato 18 Luglio 2015, 16:13 - Ultimo aggiornamento: 16:24
FERMO - Dopo mesi di silenzio l'occasione era troppo ghiotta. L'uscita del neoassessore Cesetti sul nuovo ospedale lo ha convinto a dire la sua.

Saturnino Di Ruscio, ex sindaco di Fermo ed ex competitor di Fabrizio Cesetti per la guida della provincia di Fermo le ha definite "sparate renziane" quelle "dell’assessore regionale Fabrizio Cesetti (in ogni periferia c’è un Renzi, ma non mi riferisco ad Ubaldo" dice l'ex sindaco) che in sei anni in provincia si è distinto per il nulla, ad eccezione delle calamità, ma non quelle naturali, bensì quelle provocate dai lavori milionari su fiumi e strade; sparate con le quali promette il nuovo ospedale, la mare-monti, la mezzina e la 3°corsia (anche nell’anno 2009 ne ha promesse diverse)", e alle quali "si può rispondere su tre distinti livelli".



"Il primo - spiega quindi Di Ruscio - è politico. "Qual è il modello di sviluppo del politico Cesetti? Non è dato comprendere perché ha attraversato buona parte dell’arco costituzionale, passando per i Verdi. In sei anni alla presidenza della Provincia di Fermo ha detto no a tutto (motodromo, centrale, fotovoltaico, ecc.) ma si ad ulteriori 13 mila metri quadrati di aree edificabili presso il sito inquinato della Fim, in riva al mare...bonifica non completata...".

L'attività concreta: "Per comprendere meglio analizziamo nel concreto l’attività del Cesetti-amministratore. Formazione: durante il suo mandato si è chiuso il corso di laurea di in Beni Culturali senza ottenere nulla in cambio dall’Ateneo di Macerata nonostante i cospicui investimenti fatti; l’istituto agrario non decolla... Ambiente: sono stati spesi almeno un ventina di milioni di euro per fiumi e strade con i risultati che abbiamo tutti sotto gli occhi, ponti lesionati o divelti, frane, fiumi che stanno divorando intere pianure e strade dissestate. Infrastrutture materiali: per sei anni non ha fatto nulla per la mezzina, la mare-monti e per la terza corsia si è nascosto dietro il ricorso al Tar di alcuni comuni (Fermo e Porto SanGiorgio); ricorsi che riguardavano l’impostazione del progetto e le opere compensative. Non è riuscito neanche ad appaltare la bretella di Fermo, città capoluogo. Si è preoccupato maggiormente di ammodernare la parte montana della valdaso per collegare il nostro territorio con il vecchio capoluogo Ascoli Piceno".

"Infrastrutture immateriali - continua Di Ruscio - siamo il fanalino di coda delle Marche per la banda larga e l’ultra banda larga. Mobilità: neanche un progetto o idea di mobilità dolce. Per quanto riguarda la mobilità multiforme integrata neanche a parlarne.

Servizi socio-sanitari: al di là dei proclami, niente di più. Del nuovo ospedale di rete ha prodotto solo articoli sulla stampa. Turismo: al di la di qualche cena con il circuito delle erbe spontanee, poco di più.

Tecnologie innovative: dopo aver distrutto i materiali ed attrezzature delle storiche e famose officine del Montani, sono stati spesi milioni di euro per un museo artificiale che è chiuso al pubblico; non è stato costruito un rapporto costruttivo con il prestigioso istituto. Cultura: Cosa buona è stata la realizzazione del Museo di Osvaldo Licini, poi buio.

Da questa breve ma sintetica analisi ancora non sono riuscito a comprendere quale modello di sviluppo ha elaborato il Cesetti-pensiero".



"La terza analisi - dice ancora Di Ruscio che si avvia alla conclusione - quella riguardante il modello di gestione del potere... La Provincia di Fermo, guidata da Cesetti ha speso più di 13 milioni di euro per lavori inutili e dannosi, affidati senza un vero e proprio progetto, accontentando almeno 30 ditte locali (ma non finisce qui). Per riparare tali danni non basteranno altri 13 milioni di euro.

Conclusione: sono favorevole alla Mare-Monti, alla Mezzina e al nuovo ospedale, ma perché Cesetti si sveglia solo ora dopo 6 anni di letargo? Del vecchio ospedale cosa si farà? Ha pensato come evitare la desertificazione del capoluogo a seguito dello spostamento dell’ospedale? Le opere si faranno perché sono indispensabili per il territorio o perché le aziende edili di confindustria sono in coma profonda? Con quali soldi? Ma non è riuscito neanche ad impiegare quelli disponibili per la bretella di Fermo. Quante migliaia di posti di lavoro a tempo indeterminato porteranno tali opere? Negli ultimi 8 anni il distretto fermano ha perso 7/10 mila posti di lavoro, sono questi gli investimenti necessari per far ripartire il fermano? Sono queste le priorità? Ritorno alla domanda iniziale: qual è il modello di sviluppo del Cesetti-politico?".
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