Blitz anti droga tra i palazzoni di Tre Archi: cocaina ed eroina trovate in un bidone

Fermo, blitz anti droga tra i palazzoni di Tre Archi: cocaina ed eroina trovate in un bidone
Fermo, blitz anti droga tra i palazzoni di Tre Archi: cocaina ed eroina trovate in un bidone
di Sonia Amaolo
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Sabato 26 Settembre 2020, 19:17 - Ultimo aggiornamento: 27 Settembre, 07:05

FERMO - Identificate 150 persone in un giorno dalla polizia, 80 verbali compilati, 250 individui e 180 veicoli controllati, 13 contravvenzioni al codice della strada. Numeri impressionanti ma l’impiego di uomini e mezzi è stato senza precedenti per la Questura con il supporto degli operatori del Reparto prevenzione crimine di Pescara e l’unità cinofila della Guardia di Finanza. Posti di controllo e pattuglie in circolazione per il presidio del territorio.

Per far rispettare il divieto di assembramento e le disposizioni anti contagio a Lido Tre Archi sono stati controllati sei esercizi pubblici ma non sono state riscontrate sostanziali situazioni di illegalità.
 
Per le operazioni finalizzate a contrastare lo spaccio e le occupazioni abusive ci sono stati minuziosi controlli nei porticati e negli androni dei condomini considerati più a rischio. L’unità cinofila delle Fiamme gialle ha battuto a tappeto ogni anfratto dove si nascondono le dosi pronte per lo smercio. In un bidone per i rifiuti organici scelto dagli spacciatori per confondere il fiuto del cane sono stati trovati 11 involucri termosaldati, cinque grammi di cocaina ed eroina. In via Segni venerdì alle 18.30 due auto civette e cinque mezzi nei colori dell’istituto della polizia e l’unità cinofila della finanza hanno circondato un palazzo dove un residente segnalava di aver sentito forti urla di donna e rumori provenire dall’appartamento vicino. I poliziotti sono entrati in casa e hanno trovato tutto sotto sopra, mobili e soprammobili distrutti. C’era stata una violenta lite di coppia tra una donna straniera e il marito per motivi di gelosia da parte di lei. In breve le divise hanno riportato la calma. Intanto che le forze dell’ordine mostrano i muscoli sul piano pratico vanno avanti le indagini sulla guerriglia urbana che venerdì 18 settembre ha fatto finire all’ospedale un tunisino investito e ferito a colpi di machete e un albanese accoltellato. In cinque giorni c’erano state tre risse con 14 persone coinvolte e cinque finite al pronto soccorso. In carcere c’è un tunisino mentre due fidanzati, una romena e un algerino, sono ai domiciliari.
La difesa
L’avvocato che difende la coppia, Francesco De Minicis punta a un’attenuazione della pena e dice: «Il comportamento dei miei assistiti è stato di reazione alle violenze e alle minacce subite da parte di altri, penso che la magistratura stia indagando anche su vicende precedenti al venerdì 18 settembre. Fatti che dovrebbero consentire di inquadrare sotto la giusta luce anche le accuse mosse ai miei assistiti». Intanto tra i conoscenti della coppia c’è chi è dalla loro parte: «Persone di buonsenso non avrebbero fatto quello che hanno fatto loro due ma dopo tre aggressioni in casa con mazze da baseball e spray urticante, dopo tre denunce e visto che la legge non è intervenuta si sono visti con le spalle al muro, da noi del Sud si dice: “Meglio suoni di cancelli che suoni di campane”». confida una vicina di casa dei fidanzati.

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