Lavoro nero e ambiente, diretta instagram di Jovanotti da Fermo: «Econazisti e killeraggi»

Jovanotti, diretta Instagram da Fermo: «Econazisti e killeraggi, ma il Jova beach party è una cosa seria»
Jovanotti, diretta Instagram da Fermo: «Econazisti e killeraggi, ma il Jova beach party è una cosa seria»
di Maria Teresa Bianciardi
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Venerdì 5 Agosto 2022, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 06:54

FERMO - Tredici minuti e 21 secondi di diretta Instagram dal backstage del Jova beach party di Fermo per togliersi qualche sassolino dalle infradito prima che la grande festa abbia inizio. Tredici minuti e 21 secondi in cui Lorenzo Cherubini - t-shirt alla marinara bianca e rossa, collane floreali al collo e cappellino - gira nell'area adibita all'organizzazione dell'evento, con mille persone che gravitano attorno ad una tournee tanto amata dai fans di Jovanotti quanto osteggiata da ambientalisti e politici di tutta Italia. E i sassolini di cui sopra colpiscono in pieno il bersaglio da centrare. Qualche ora dopo, sul palco, ha salutato la folla con queste parole

Jovanotti, gli econazisti e gli hashtag

Pacato, ma evidentemente infastidito, Jovanotti ne ha per tutti. A cominciare dagli «econazisti che continuano ad attrarre l'attenzione con la nostra forza. Sia chiaro a tutti: il Jova Beach non mette in pericolo nessun ecosistema, anzi ripuliamo le spiagge e le portiamo ad un livello migliore di come le abbiamo trovate. Non è greenwashing, oltretutto io odio gli hashtag.... sapete dove metterveli gli hashtag.  È un lavoro fatto bene e se non ci credete non sparate fuffa, venite a verificare. Il mio pubblico è fantastico con una coscienza alta rispetto all'ambiente».

Paola e Chiara sono tornate a cantare sul palco del Jova Beach Party di Fermo

«I lavoratori in nero, killeraggio mediatico»

Poi Jovanotti incalza sulla notizia della vigilia dell'evento, una bomba che l'artista e il suo staff hanno subito smentito: quella della presenza di 17 lavoratori - sia italiani sia stranieri - in nero tra le oltre mille persone che gravitano attorno alla maxi organizzazione. «Sapendo che siamo nell'occhio del ciclone, che ogni tappa mette in moto una serie di microvendette ho chiesto personalmente a Massimo Salvadori che si occupa proprio di questo cosa sia accaduto».

E Salvadori ha spiegato, quello che già era stato chiarito in un comunicato  dalla Trident, la società che produce ed organizza il Jova beach party.

 «Abbiamo avuto un controllo molto approfondito, giriamo con 20 società che offrono servizi e per trovare 700 facchini specializzati ci rivolgiamo a diverse aziende del settore facendo arrivare i lavoratori in pullman anche da 300 km di distanza. Sono società che conosciamo ed è impensabile che facciano lavorare le persone in nero». E infatti, spiega Massimo Salvadori a Jovanotti «si è trattato un problema di comunicazione. Nel giro di 12 ore le società sono risultate a norma e i lavoratori sono regolarmente al loro posto». Unica contestazione con relativa sanzione da 1400 euro «ii nastro bianco e rosso che delimita una zona. Sanzione che pagheremo».

«Il lavoro nero è una piaga enorme, le leggi si rispettano»

Jovanotti affila le armi, e per chiudere la diretta come si deve, parla di killeraggio «per provare a farci male. Jovabeach è un'impresa da pazzi, chi ci lavora sono persone serie e Salvadori è uno di di quelli che ha inventato questo mestiere. Invece c'è il killeraggio, tecnica collaudata per farti male. L'agenzia è uscita alle 19 e prima che si riesca a replicare i giornali sono già in stampa. Per me il lavoro nero piaga enorme e una cosa seria: le leggi si rispettano». Fine della diretta. Ora spazio alla prima giornata del Jova beach party. 

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