Jova Beach, protesta degli ambientalisti a Lido di Fermo: «Il fratino? Sì, ma non c'è solo quello»

Jova Beach, protesta degli ambientalisti a Lido di Fermo: «Il fratino? Sì, ma non c'è solo quello»
Jova Beach, protesta degli ambientalisti a Lido di Fermo: «Il fratino? Sì, ma non c'è solo quello»
di Francesca Pasquali
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Domenica 31 Luglio 2022, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 16:45

FERMO - “Le tasche piene di sassi. La faccia piena di schiaffi. Boycott JBP!”. C’è scritto così sullo striscione che passa tra i bagnanti della spiaggia di Casabianca. Dietro, cartelli più o meno dello stesso tenore. Uno dice: “JPG Lido di Fermo: un ecosistema preso a ‘calci’”, dove ‘calci’ tra virgolette sta per Calcinaro.

Un altro è un fotomontaggio con le facce del sindaco e di Jovanotti che si toccano come a baciarsi.

Un altro ancora recita: “Penso positivo. Jova un giorno sarai coerente con ciò che canti”. È sceso in spiaggia il popolo del no al Jova Beach Party. Ieri mattina, s’è ritrovato sulla sabbia davanti all’hotel Royal. Un centinaio di persone che, cartelli in mano, ha marciato per qualche decina di metri sotto lo sguardo dei poliziotti in borghese fino al megapalco che sta prendendo forma. Quello che venerdì e sabato ospiterà i concertoni di Lorenzo Cherubini.


L’iniziativa
Quest’anno, molto più che nel 2019, dividono il Fermano. A guidare il minicorteo un pugno di cittadini. Con loro, le associazioni ambientaliste e i centri sociali di Porto San Giorgio e Macerata. L’idea è venuta a Eugenio Concetti. All’obiezione che ormai per protestare è tardi risponde che è «comunque importante manifestare e metterci la faccia per cercare di creare una consapevolezza collettiva che ci sono temi che vanno al di là delle divisioni». «Vogliamo far sentire la nostra voce e far capire che il territorio è di tutti, che l’ambiente va rispettato e che dall’alto non si possono prendere decisioni senza valutarne l’impatto, come se un secondo mandato dia l’autorizzazione a poter scegliere per tutti». La stoccata è all’amministrazione Calcinaro che, dopo l’esperimento di tre anni fa, ha di nuovo autorizzato l’evento che quest’anno si svolgerà in due giornate. E al sindaco che ha portato avanti un botta e risposta social con le associazioni ambientaliste.


I temi
La questione va oltre il fratino che, comunque, «dal primo Jova Beach Party non ha più nidificato su quella spiaggia», spiegano gli organizzatori della protesta. Bocciano senza appello il tour estivo di Jovanotti, definendolo «un evento predatorio che disturba un territorio che ha un suo equilibrio ambientale, sociale ed economico, senza portare niente in cambio». All’aspetto ambientale, proseguono, si lega quello economico. Per Paolo Pennente, del centro sociale Officina Trenino, il Jova Beach è «l’evento per eccellenza del turismo mordi e fuggi», che attirerà «solo persone dal territorio circostante, senza un ritorno», mentre «l’amministrazione spende soldi per sistemare la spiaggia prima e dopo». «Si dovrebbero favorire i concerti in ambienti idonei», spiega Valentina Iesari, delegata Lipu di Macerata e Civitanova.
I passaggi
«Dal 2017 – ricostruisce –, il fratino ha cominciato a prediligere questo tratto di spiaggia per nidificare. Dopo il concerto del 2019, si è tentato di ripristinare l’ambiente che ne favoriva l’arrivo migratorio per creare un ecosistema che potesse rientrare nella rete Natura 2000, ma anche stavolta si dovrà ripartire da zero».

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