Jova Beach a Fermo, la Lipu non molla: scontro sui nidi del fratino. «Quei concerti erano da annullare»

Jova Beach a Fermo, la Lipu non molla: scontro sui nidi del fratino. «Quei concerti erano da annullare»
Jova Beach a Fermo, la Lipu non molla: scontro sui nidi del fratino. «Quei concerti erano da annullare»
di Domenico Ciarrocchi
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 01:15 - Ultimo aggiornamento: 12:29

FERMO - Il concerto è ormai lontano, la ribalta acquisita. Ma gli ambientalisti non mollano e tornano sulla fascia di prato e spiaggia di Casabianca teatro dello show di Jovanotti. Nel mirino, in particolare, la relazione tecnica sulla nidificazione del fratino che la Lipu contesta tornando a scrivere alla Regione e alla Capitaneria di Porto (oltre che al ministero per la Transizione ecologica, all’Ispra e al Comune di Fermo) per difendere la vocazione naturalistica dell’area a ridosso del mare dove nidifica il piccolo uccello. 


I dati


L’associazione confuta la relazione dell’ornitologo del Comune e torna sugli studi del fratino, «per i quali - come si legge in una nota - hanno lavorato sei gruppi di volontari in varie regioni italiane.

Uno dei gruppi era nella Marche, di base a Fermo e attivo sull’area di Casabianca, dove da diversi anni è appunto registrata la presenza e la nidificazione dell’uccello. La relazione commissionata dal Comune di Fermo, addirittura sette giorni dopo l’intervento delle ruspe, riferisce che le ultime nidificazioni registrate nell’area risalirebbero al 2017, mentre la Lipu, con i suoi volontari del “Life-ChooNa!” ha visto e registrato attività di accoppiamento, riproduzione e nidificazione sia nel 2018 che nel 2019, cioè nello stesso anno del primo Jova Beach Party. La stessa relazione riferisce che un documento del Comitato nazionale per la conservazione del fratino diffida dalla realizzazione di mega-concerti in spiagge dove l’uccello abbia nidificato negli ultimi 5 anni. L’evento del 2022 sarebbe pertanto risultato compatibile perfino con il principio dettato dal Cncf, se l’ultima nidificazione fosse risalita al 2017, mentre in realtà il Jbp risultava inammissibile alla luce delle nidificazioni del 2018 e 2019».

Per l’associazione «la conseguenza che maggiormente preoccupa e disturba è che quella informazione scorretta, partita da Fermo, sia stata poi ripresa, rimbalzata e ripetuta ad libitum in decine e decine di occasioni, a livello locale e nazionale, sia da parte del Comune di Fermo, sia dell’organizzazione del Jova Beach e da parte dei suoi supporter. Ed è ovviamente molto triste constatare come una buona parte della propaganda (e del battage pubblicitario a posteriori) a favore del Jova Beach si sia basata su un dato scientifico erroneo e non rispondente al vero, contribuendo a una discutibile captatio benevolentiae di legioni di fan, giornalisti e amministratori locali».


Le conseguenze


Per gli ambientalisti «non si può neanche sottacere un altro aspetto, se vogliamo secondario, di tutta questa campagna: perfettamente strumentale alla giustificazione di un evento disastroso è stata infatti la tattica di sminuire il valore di un’area naturale per rendere accettabile al grande pubblico la devastazione che l’evento comporta. L’inesattezza di quella relazione si inserisce in maniera funzionale nella continua campagna di quasi-denigrazione delle caratteristiche e della vocazione naturalistica dell’area, portata avanti dal Comune, dal sindaco Paolo Calcinaro, dall’organizzazione del Jova Beach e dai suoi partner nazionali. Negare l’evidenza era necessario all’intera operazione».

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