FERMO - Dodicenni in coma etilico all’indomani delle bevute e risse tra ragazzini a Ferragosto, il prefetto Vincenza Filippi lancia un appello a famiglie ed educatori. Chiede che si torni a insegnare l’educazione civica nelle scuole e nelle case. È indaffarata, la rappresentante del governo sul territorio. Non va in vacanza e alla domanda sul suo periodo di riposo risponde con un bel sorriso: «Riposo a Fermo, teniamo sotto controllo la situazione». Presa tra le mille ordinanze che arrivano, parla di questi giorni caldi sotto ogni profilo.
Nella due giorni terribile del 14 e 15 non si sono registrati casi eclatanti in provincia di Fermo, ma, come abbiamo riferito ieri, ci sono state tante piccole e grandi situazioni che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. Risse fuori dai locali, adolescenti ubriachi fradici, crisi di coppia sedate da poliziotti e carabinieri, furti sotto gli ombrelloni. Si aggiungano i controlli contro gli assembramenti, contro i balli, i problemi legati al rispetto del Green pass. C’è un superlavoro e in Prefettura il personale è ridotto all’osso. In sostanza il 70% in meno di forza lavoro: dovrebbero esserci sei persone a Palazzo Caffarini Sassatelli ma ce ne sono due, tre con il prefetto. Ma il bilancio di metà agosto è comunque positivo: «Ci sono stati eventi che hanno avuto una ricaduta sul turismo e le forze dell’ordine sono state sempre presenti» dice il prefetto. Menziona la Cavalcata dell’Assunta, la Contesa del Secchio, il Gran Premio di Capodarco, da Fermo a Sant’Elpidio a Mare e Servigliano fino alle sagre della costa: «Tutto è avvenuto in un clima di festa, di ripresa e, speriamo, di nuovi stimoli sul piano economico e sociale» dice la referente del governo centrale.
Lunedì ha anche convocato i sindaci di Campofilone, Altidona e Pedaso «per adottare comportamenti uniformi sulla base delle disposizioni in tema di Green pass», rimarca.
Ma questo superlavoro non basta a risolvere il problema dei ragazzini ubriachi: «I nostri servizi - dice Filippi - devono accompagnarsi ad altre misure fondamentali. Penso ai genitori ed agli educatori. Laddove si parla di risse e abuso di alcol, bisogna rendersi conto che noi facciamo repressione e prevenzione attraverso i protocolli, come quello sul cyberbullismo, ma serve il supporto di scuole e famiglie. Solo con l’opera preventiva e repressiva non si va da nessuna parte. Vediamo ragazzi che, per fare nuove esperienze, arrivano a 12 anni al coma etilico: ci vuole uno scatto d’orgoglio, consapevolezza, educazione civica e rispetto delle regole. Bisogna ritrovare una consapevolezza dei valori sani che abbiamo ereditato e che dobbiamo doverosamente trasmettere alle nuove generazioni. Tutti devono collaborare per recuperare il senso civico, per l’educazione alla legalità».