Case e redditi nascosti: i 7 furbetti del reddito di cittadinanza traditi anche dal vizio del gioco. Devono restituire 110mila euro

Fermo, case e redditi nascosti: i 7 furbetti del reddito di cittadinanza traditi anche dal vizio del gioco. Devono restituire 110mila euro
Fermo, case e redditi nascosti: i 7 furbetti del reddito di cittadinanza traditi anche dal vizio del gioco. Devono restituire 110mila euro
di Pierpaolo Pierleoni
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Mercoledì 23 Dicembre 2020, 07:05

FERMO - Prendevano il reddito di cittadinanza, ma erano tutt’altro che bisognosi. Ora che il comando provinciale di Fermo della Guardia di finanza li ha scoperti, 7 soggetti sono nei guai.

Secondo la ricostruzione delle Fiamme gialle, hanno percepito illegalmente ben 110.000 euro che dovranno restituire. Un lavoro paziente e prolungato, quello dei militari sulle dichiarazioni sostitutive uniche presentate all’Inps, per accedere al contributo, dal quale sono emerse irregolarità.

La legge

Come infatti previsto dal Decreto Legge n. 4 del 28 gennaio 2019, attraverso le autocertificazioni i cittadini presentano la domanda, sta poi all’Istituto, accertato il rispetto dei requisiti e le oggettive difficoltà economiche, concedere il beneficio. Inps e Guardia di finanza hanno lavorato in stretta collaborazione, fino ad accertare l’assenza di parte dei requisiti dichiarati da parte di 7 beneficiari. Diverse le discordanze riscontrate al termina delle investigazioni, le quali, anche grazie alle informazioni ricavate dalle banche dati in uso al Corpo, hanno fatto emergere incongruenze tra la situazione economica e patrimoniale auto-dichiarata e quella effettiva. Cinque dei soggetti hanno omesso di comunicare notizie rilevanti, quali la produzione di redditi da lavoro di alcuni conviventi ed il possesso di immobili di valore. Ne derivava così uno stato di indigenza non veritiero, o solo in parte rispondente alla realtà.
Le variazioni
Altri 2 soggetti, invece, hanno omesso di dichiarare delle variazioni patrimoniali, intervenute successivamente alla presentazione della domanda, che avrebbero fatto decadere il beneficio. A inguaiare tutti i furbetti è stata la passione per le scommesse. Gli inquirenti hanno scoperto infatti le irregolarità consultando i loro “conti gioco”. Si tratta dei conti registrati su un sito abilitato per la raccolta del gioco online, che permette di giocare istantaneamente su piattaforme collegate con casinò o di puntare su scommesse sportive. Tale conto è strettamente personale e associato a un codice identificativo, proprio come un conto corrente bancario.
Le ricariche
Uno degli accusati aveva effettuato ricariche sul proprio conto gioco per oltre 30mila euro in un solo anno a fronte dei circa 4mila ottenuti attraverso il reddito di cittadinanza. Terminato il lavoro d’indagine, i finanzieri hanno segnalato alla Procura della Repubblica i responsabili, con l’accusa di falsa attestazione in atto pubblico ed omissione di informazioni dovute. Sale così a 12 il conto dei soggetti scoperti nell’arco dell’anno, visti i 5 già segnalati qualche tempo fa per fatti analoghi. Oltre ad avvisare la Procura per gli elementi di rilevanza penale, la direzione provinciale Inps è stata informata per procedere subito alla revoca del Reddito ed al recupero dei 110.000 euro non dovuti. Tutte le movimentazioni finanziarie oggetto delle investigazioni saranno inoltre valutate sotto il profilo fiscale per l’eventuale tassazione.
La battaglia
Dal comando provinciale delle Fiamme gialle si evidenzia l’impegno «a scoprire e perseguire gli sprechi, malversazioni e indebito accesso a prestazioni assistenziali che generano iniquità e minano la coesione sociale, pregiudicando la corretta destinazione delle risorse dello Stato in un settore strategico per il Paese.

In questo periodo, caratterizzato da una diffusa richiesta di sovvenzioni pubbliche per sopperire alle situazioni di difficoltà economiche connesse all’emergenza epidemiologica, il controllo è ancor più mirato a verificare che le erogazioni vadano a soggetti in reale sofferenza e che gli aiuti non vadano dispersi a beneficio di chi rappresenta falsamente situazioni di difficoltà».

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