FERMO - Proseguono i controlli del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Fermo per contrastare gli illeciti economico-finanziari commessi nel settore della “spesa pubblica” ed in particolare quelli connessi allo stato emergenziale sanitario. Sono infatti numerose le risorse che il legislatore ha messo in campo per attenuare le difficoltà derivanti dalla crisi pandemica. Per quanto riguarda i sostegni Covid la Finanza ha denunciato il titolare di un'azienda di materie plastiche fermana: averbbe infatti incassato 186.450 euro come contributo Covid dopo aver presentato documtazione falsa. Scoperti anche 13 furbetti del reddito di cittadinanza, 11 stranieri e 2 italiani: anche loro sono accusati di aver mentito sullo loro stato patrimoniale-lavorativo per accedere al sussidio. Sono stati denunciati, dovranno resituire circa 27mila euro.
L'imprenditore
In un caso, il Gruppo di Fermo ha accertato l’illegittima percezione di erogazioni, a danno dello Stato, per 186.450 euro da parte di una società dell’entroterra fermano attiva nella produzione e commercializzazione di materiale plastico, il cui rappresentante legale è stato denunciato alla locale Autorità Giudiziaria, ai sensi dell’art. 316 ter del codice penale (“Indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato”, che in questo caso prevede la reclusione da sei mesi a quattro anni), per aver riportato dati non veritieri nella domanda di ammissione all’agevolazione, con conseguente proposta di sequestro per gli importi non spettanti.
Reddito di cittadinanza
Sempre in materia di spesa pubblica, l’attività ispettiva dei militari del Corpo si è concentrata parallelamente sulle richieste presentate dai cittadini per ottenere il reddito di cittadinanza, al fine di tutelare le risorse pubbliche destinate al sostegno del reddito. Con la supervisione dell’Autorità Giudiziaria e la costante collaborazione dell’Inps, anche grazie all’incrocio dei dati rilevati nelle banche dati in uso al Corpo, i militari del Gruppo di Fermo hanno individuato 13 persone che, pur non avendone il diritto, hanno incassato il sussidio, constatando svariate irregolarità nelle autocertificazioni prodotte, come informazioni non veritiere sulla composizione del nucleo familiare, oppure sul possesso della cittadinanza e della residenza.
È stato accertato un danno alle casse dello Stato ed alla collettività per oltre 27.000 euro ed è stato possibile impedire l’erogazione di ulteriori somme per oltre 40.000 euro.
Patrocinio gratuito
Infine, grazie ad ulteriori accertamenti, due cittadini italiani sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per aver dichiarato falsità, aver omesso informazioni sulle proprie disponibilità reddituali nelle istanze prodotte ed aver conseguentemente chiesto ed ottenuto illegittimamente il patrocinio gratuito a spese dello Stato per farsi difendere in tribunale.