Dallo showroom virtuale al 3D, Fermo Tech all'avanguardia: «Puntiamo sulla ricerca»

Dallo showroom virtuale al 3D, Fermo Tech all'avanguardia: «Puntiamo sulla ricerca»
Dallo showroom virtuale al 3D, Fermo Tech all'avanguardia: «Puntiamo sulla ricerca»
di Francesca Pasquali
3 Minuti di Lettura
Giovedì 21 Luglio 2022, 07:10

FERMO - Uno showroom virtuale per la Santoni di Montegiorgio. Un sistema di assistenza da remoto per Savelli Ascensori. Uno che dice all’ufficio vendita dello Scatolificio Valtenna i prodotti simili a quelli che vanno meglio sul mercato. Una piattaforma interattiva che incrocia vendite e clienti per il calzaturificio Elisabet. Una pulsantiera stampata in 3D per Vega. Pezzi personalizzati, sempre in 3D, per i gioielli di Bros Manifatture. Sono i progetti portati a termine da FermoTech, il laboratorio che ha messo in rete sei aziende, l’Università Politecnica delle Marche e quella di Camerino.

 
I protagonisti
Un progetto che vale due milioni (1,1 di fondi Fesr e 0,9 delle imprese partner), coordinato dal professor Michele Germani e portato avanti da Alessandra Papetti, Alessio Vita, Sabrina Iarlori, Francesco Cauteruccio e Sara Antomarioni, ricercatori della Politecnica assunti da FermoTech, che maneggiano apparecchiature da 500mila euro.

Un lavoro durato circa 1.200 ore, svolto in parte al Buc Machinery e in parte nelle sei aziende. «Immaginiamo il laboratorio già dentro l’ex mercato coperto, il contenitore che si sta preparando anche per questo», dice il sindaco Paolo Calcinaro. Per il quale «il match con le aziende del territorio è un circuito che intendiamo implementare, come la partnership con le Università».

I sei progetti, realizzati con «tecnologie a basso costo accessibili anche alle piccole aziende», sono stati sviluppati lungo tre filoni: extended reality, additive manufatturing e data science, cioè realtà aumentata, manifattura additiva e analisi dei dati. Del primo fanno parte quelli di Santoni e Savelli, del secondo quelli di Vega e Bros Manifatture, del terzo quelli dello scatolificio Valtenna e del calzaturificio Elisabet. Finanziato dai fondi dell’Iti Urbani, Fermo Tech è intenzionato a crescere. Il futuro ha l’aspetto di una società consortile formata da Politecnica, Unicam e dalle aziende che vorranno farne parte, con l’obiettivo di «capire i bisogni delle imprese ed essere in grado di trasferirli in attività di ricerca». Tradotto: posizionarsi sul mercato e cominciare a guadagnare. Una sfida che, per il rettore della Politecnica, Gian Luca Gregori, si potrà vincere «mostrando concretamente che significa fare innovazione e quanto sia utile farlo e trasferendo quell’innovazione, che nasce sempre più da rapporti di collaborazione, all’interno delle imprese». «La sfida su cui lavorare – aggiunge Gregori – sono i modelli di trasferimento, cioè i linguaggi, i metodi e gli strumenti da adottare per fare innovazione». Lo sviluppo di FermoTech riguarderà anche i Comuni. E a Fermo se ne potrebbero aggiungere altri.
I linguaggi
«L’Iti Urbano, che vogliamo rifinanziare nella programmazione europea 2021-2027, nasce per dare la possibilità alle comunità locali di proporre una serie di interventi», spiega l’assessore regionale al Bilancio, Guido Castelli. Per il quale «saranno valutare collaborazioni con i Comuni confinanti, fuori dal cratere, che necessitano di risorse che non li distinguano troppo da quelli del cratere».

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