Pedaso, ridotta la pena
in Appello per l'estorsione

Pedaso, ridotta la pena in Appello per l'estorsione
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Mercoledì 28 Marzo 2018, 16:11
PEDASO - La Corte d‘Appello di Ancona ha ridotto a 2 anni e 4 mesi di reclusione la pena inflitta in primo grado dal Gup del Tribunale di Fermo a G.C., 43enne di Marina di Altidona, per le accuse di concorso in rapina aggravata ed estorsione aggravata e continuata, con altri soggetti e per circa 20 giorni, denunciate alla sezione anticrimine del commissariato di Fermo a novembre 2016 da C.C., titolare di un’attività di vendita al dettaglio a Pedaso. A seguito di tale denuncia, nel novembre 2016 lo stesso G.C. - difeso dall’avvocato Daniele Cardinali del Foro di Fermo - era stato arrestato insieme al sodale M.B., 39enne di Fermo, all’interno del negozio della vittima, dove gli agenti della polizia di Stato si erano appostati per intervenire all’atto della consegna di un’ennesima somma di denaro, in precedenza “segnata”. 

In particolare, mentre nel primo grado di giudizio G.C. era stato condannato con rito abbreviato, per tutti i fatti oggetto di denuncia, a 3 anni e 6 mesi di reclusione, la Corte d’Appello ha ora assolto lo stesso imputato dall’accusa di concorso in rapina perché “il fatto non sussiste” e ridotto la pena per le contestate estorsioni, disponendo anche la revoca della misura cautelare degli arresti domiciliari. 
E’ stata invece confermata la condanna al risarcimento del danno in favore della vittima, costituitasi parte civile con l’assistenza dell’avvocato Matteo Restuccia del Foro di Fermo. Entrambi soddisfatti, per ragioni diverse, i difensori delle due parti contrapposte, che attendono ora di leggere le motivazioni della sentenza.
L’avvocato Matteo Restuccia, per il commerciante costituitosi parte civile, sottolinea che «la conferma anche in secondo grado della condanna dell’imputato, anche risarcitoria, per le plurime e gravi condotte estorsive subite dal mio assistito è il riconoscimento del lavoro di indagine svolto in sinergia dalla polizia di Stato e dalla Procura, prontamente intervenute per interrompere la prosecuzione degli episodi criminosi. È però indubbio che la sentenza potrà risarcire solo in parte le sofferenze patite dalla vittima».

All’uscita dall’aula, l’avvocato Daniele Cardinali, difensore di G.C., ha invece dichiarato: «Esprimo innanzitutto profonda soddisfazione per l’assoluzione piena dell’imputato, perché “il fatto non sussiste”, in relazione al suo presunto concorso, quale mandante, alla rapina che C.C. ha dichiarato di aver subito la sera del 16 novembre 2016 lungo un ponte sulla Valdaso, bloccato da malviventi mentre era alla guida della sua auto. Nell’atto di appello ed in discussione ho infatti rilevato la mancanza di prove, le contraddizioni e le incongruenze relative a tale “strana” rapina, che - in ipotesi - sarebbe stata posta in essere da ignoti “sicari”, a tutt’oggi a piede libero. La sentenza della Corte d’Appello potrà ora essere uno stimolo per accertare la verità su tali fatti, anche in altre sedi. Per quanto riguarda invece la confermata condanna per estorsione a carico di G.C., pur rallegrandomi per la sensibile riduzione della pena, attendo di leggere le motivazioni della sentenza per presentare un eventuale ricorso in Cassazione, poiché a mio parere i fatti devono essere ricondotti alla diversa fattispecie della truffa aggravata, peraltro oggetto di piena confessione da parte dell’imputato». 
La vicenda è dunque ancora lontana dal chiudersi. Al riguardo va pure ricordato che avanti al Tribunale Collegiale di Fermo pende in fase di istruttoria dibattimentale il diverso procedimento a carico dei coimputati M.B., difeso dall’avvocato Andrea Albanesi, e di M. C. e A. G., difesi dagli avvocati Giulio Cola e Marco Tomassini.
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