Morto all'ospedale di Fermo, il pm chiede l'archiviazione. La famiglia: «Vogliamo chiarezza»

Morto all'ospedale di Fermo, il pm chiede di archiviare l'indagine. La famiglia: «Vogliamo chiarezza»
Morto all'ospedale di Fermo, il pm chiede di archiviare l'indagine. La famiglia: «Vogliamo chiarezza»
di Sonia Amaolo
2 Minuti di Lettura
Lunedì 8 Agosto 2022, 01:40 - Ultimo aggiornamento: 09:11

FERMO - Presentata la richiesta di archiviazione sul caso di Ernesto Severino. Per il pubblico ministero Raffaele Iannella non è il caso di procedere con le indagini contro ignoti.

 
Dal ricovero alla morte
Ernesto era un 87enne ricoverato all’ospedale Murri di Fermo il 3 agosto 2021 dove sarebbe caduto dalla lettiga il giorno dopo: la figlia dell’anziano quel giorno era andata al nosocomio a trovare il genitore e si era accorta che le sbarre di sicurezza della barella con sopra Ernesto erano abbassate. L’uomo riportò alcune ferite e il 1° settembre entrò in coma. Dopo 20 giorni di ricovero al reparto Medicina 1, spirò. La famiglia Severino, con la volontà di fare chiarezza sul caso, ha fatto causa incaricando l’avvocato Michele Casali del foro di Ancona di occuparsi della vicenda. Sono stati presentati più esposti alla caserma dei carabinieri di Fermo anche perché risulterebbe, dalla cartella clinica, che Ernesto avesse anche contratto l’epatite C.


Gli accertamenti
A conclusione delle indagini preliminari, il pm ha presentato richiesta di archiviazione al giudice e ora la famiglia di Pellegrino si riserva se procedere o no: ha tempo fino al 21 settembre per presentare opposizione con richiesta motivata di prosecuzione delle indagini preliminari. «Per il momento siamo solo tanto addolorati – dice uno dei figli di Ernesto, Severino –: non possiamo credere che non ci sia reato.

C’è anche il caso dell’epatite C che sarebbe stata contratta durante il ricovero. A nostro avviso diverse persone hanno commesso gravi omissioni, e tutto è documentato, prove alla mano. Quindi siamo intenzionati ad andare avanti. Abbiamo presentato ben cinque denunce e nessuno ci fermerà dalla volontà di andare fino in fondo in questa vicenda».

© RIPRODUZIONE RISERVATA