Medici e infermieri in pensione, scatta l'allarme dei sindaci: «Presto buchi nella sanità»

L'ospedale Murri
L'ospedale Murri
di Francesca Pasquali
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Sabato 13 Marzo 2021, 04:30

FERMO Medici di famiglia sempre più introvabili. L’emergenza, che riguarda soprattutto l’area montana, a breve rischia di estendersi a tutto il Fermano. La stima, ottimistica, è che entro il 2024 se ne perderanno sedici. Quelli che, arrivati a 70 anni andranno in pensione. Ma che potrebbero decidere di mettersi a riposo in anticipo, a 68 anni. In quel caso, il problema esploderebbe prima, già l’anno prossimo.

La penuria di medici di famiglia è stata al centro della Conferenza dei sindaci che s’è riunita a distanza ieri pomeriggio. A snocciolare i dati dell’emergenza è stata la presidente dell’Ordine dei medici di Fermo, Anna Maria Calcagni. «Mai come in questo momento si è sentita la necessità e capita l’importanza della medicina del territorio», ha esordito, prima di passare ai numeri. Quattro i medici che andranno in pensione quest’anno, a Pedaso, Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio e Porto San Giorgio. L’anno prossimo toccherà a uno di Porto Sant’Elpidio e a uno di Fermo. Quello dopo cesseranno il servizio due medici di Porto San Giorgio, due di Amandola, tre di Fermo, uno di Monte Vidon Combatte, uno di Monte Urano e uno di Monte San Pietrangeli. Il problema riguarda anche i pediatri. Quattro quelli che andranno in pensione nel giro di un anno e mezzo. «Una situazione esplosiva – ha detto Calcagni –, da affrontare subito, attivando procedure per far sì che non si creino nei territori posizioni di vacanza». «Bisogna chiedere subito tutti i correttivi – ha aggiunto – per favorire e garantire la presenza del personale medico ed evitare che le zone svantaggiate non lo diventino ancora di più». Dai sindaci dell’entroterra è arrivata la richiesta di rivedere l’organizzazione dei distretti sanitari e di crearne uno per la montagna. Richiesta recepita dal direttore dell’Area vasta 4, Licio Livini, che s’è impegnato a discuterla nel Comitato di medicina generale dell’Av 4. «Arrivano continue telefonate da parte di tanti cittadini che non sanno dove potersi appoggiare», ha denunciato il sindaco di Amandola, Adolfo Marinangeli. In neanche due anni, il Comune montano ha perso due medici. L’ultimo, Giorgio Fiori, è andato in pensione il 1° marzo. Il problema è che i medici di famiglia non fanno a gara per prendere servizio nelle aree interne. E non basta l’indennità di disagio a convincerli, né l’aumento del massimale a 1.800 mutuati, approvato dalla Regione.«Prendiamo i medici da una graduatoria regionale – ha spiegato Livini –, ma non possiamo obbligare nessuno a mettere un ambulatorio su un territorio in difficoltà. Possiamo solo sperare che accetti». La richiesta di rivedere i distretti diventerà una «mozione politica» che la Conferenza dei sindaci chiederà di inserire nel Piano sanitario regionale, che è in fase di istruttoria. L’altro tema sul tavolo è la carenza di infermieri nelle residenze protette. L’ha illustrato il sindaco di Petritoli, Luca Pezzani. La casa di riposo del Comune valdasino sta vivendo una situazione simile a quella di altre strutture della provincia, che esternalizzano i servizi alle cooperative. Quando l’Asur s’è messa in cerca di infermieri per gli ospedali in affanno, quelli del privato non se lo sono fatti ripetere due volte. «La sanità pubblica non è la risposta al problema. Se l’infermiere delle cooperative fosse tranquillo dal punto di vista contrattuale, affronterebbe diversamente il lavoro», ha spiegato Livini che ha fatto sapere che, nel Fermano, finora, è stato vaccinato il 7% della popolazione.Il problema degli infermieri risicati resta. Per affrontarlo, il presidente della Conferenza dei sindaci, Paolo Calcinaro, s’è impegnato a ragionare sull’assistenza intercomunale, coinvolgendo l’Ambito sociale 19. Mettere insieme le forze per superare l’emergenza.

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