Calcinaro bis, dopo la festa la nuova giunta è una patata bollente

Calcinaro bis, dopo la festa la nuova giunta è una patata bollente
di Francesca Pasquali
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Venerdì 25 Settembre 2020, 02:55

FERMO - I due giorni di riposo che s’è concesso, avranno portato consiglio a Paolo Calcinaro. Il sindaco di Fermo stravotato si ritrova con una bella gatta da pelare. La composizione della nuova giunta rischia di far partire in salita il suo secondo mandato. E di lasciare sul campo parecchi scontenti.



Il rebus che il sindaco s’è ripromesso di risolvere nel giro di una settimana potrebbe rivelarsi più complesso del previsto. Dovrà lavorare di bilancino, Calcinaro, per non far spaccare anzitempo una maggioranza sulla carta granitica come non mai. Ci riuscirà? Dovrà pescare dalle cinque liste della coalizione i nove assessori, uno in più della volta scorsa. Intanto, parte da un presupposto: i più votati non si toccano.
 
Le grane
E qui cominciano le grane. Ipotizzando un ecumenico quattro-due-due-uno, una lista rimarrebbe a bocca asciutta. Che quattro (cinque?) assessori arriveranno da Piazza Pulita sembra cosa certa. Ma chi? Sulla riconferma dei votatissimi Mirco Giampieri e di Alberto Scarfini non v’è dubbio. Con Trasatti a un passo dalla presidenza del Consiglio comunale e il bis scontato di Mauro Torresi, in giunta, resterebbe posto per altri due uomini. Peccato che i papabili siano di più. Forte delle oltre trecento preferenze, di restare al suo posto, Alessandro Ciarrocchi ci conta. Di traverso gli si potrebbe mettere Nicola Pascucci, secondo miglior risultato della lista di Trasatti. O il transfuga dem Manolo Bagalini, terzo classificato. E Alessandro Bargoni? L’ex consigliere di minoranza sarebbe pronto a raccogliere la ricompensa dei cinque anni di “fedeltà” a Calcinaro. E poi c’è l capitolo Nunzi non ancora archiviato per il gran lavoro svoto nei passati 5 anni. Chi finirà giù dalla torre? Nella maggioranza quasi tutta al maschile (solo sei donne su ventitré), potrebbero essere proprio le quote rosa a far saltare gli schemi. Quattro le assessore della nuova giunta. La riconferma di Ciarrocchi lascerebbe un solo posto libero dentro Piazza Pulita. Che dovrebbe occupare l’uscente Ingrid Luciani. A meno che Calcinaro non decida di premiare la lista ammiraglia con cinque assessori. A quel punto tornerebbero in ballo l’ex forzista Mariantonietta Di Felice e la new entry Sara Pistolesi, la più votata. Beghe da risolvere pure dentro La Città che vogliamo. Con Trasatti presidente, resterebbe uno scranno libero. A chi andrà? Nicola Pascucci? Manolo Bagalini? Nessuno dei due? Se così fosse, la più quotata a entrare sarebbe Micol Lanzidei, amica di vecchia data di Trasatti. Se due assessori andranno anche a Non mi Fermo, a fare compagnia a Torresi, quasi certamente ci sarà Silvia Remoli. 
Crescita pazzesca
«Rimettiamo tutto nelle mani del sindaco. La crescita pazzesca della nostra lista – dice Torresi – è frutto del lavoro fatto in questi cinque anni. Spero di conservare le stesse deleghe. Abbiamo fatto un grosso risultato. Speriamo di essere premiati con un secondo assessorato». Annalisa Cerretani (Non mi Fermo), stando ai rumors, sarebbe la quarta assessora. I prossimi saranno giorni decisivi per sciogliere nodi che, secondo qualcuno, Calcinaro s’è creato da solo. «Con la vittoria praticamente in pugno, chi gliel’ha fatto fare di andarsi a complicare la vita?», il ragionamento che fanno in molti. Per i critici, sarebbe bastato ricandidare le tre liste di cinque anni fa e tutto sarebbe stato più facile. Chi avrà ragione sarà il tempo a dirlo. Fatto sta che, se non farà bene i calcoli, il sindaco più amato si ritroverà a dover fare da paciere tra i suoi. Sul fronte opposto, è il momento dei “mea culpa”. Paolo Nicolai lascia la segreteria comunale del Pd. C’è bisogno di altro. Sarà il congresso a decidere il successore. «Il momento che stiamo affrontando – commenta il segretario provinciale dem, Fabiano Alessandrini – è senz’altro difficile. Avremo tutto il tempo e il modo di riflettere e di affrontare il necessario chiarimento, al quale mi auguro partecipino anche coloro che, pur essendo stati molto “parchi” nell’aiutarci, non hanno mancato di esternare, a spoglio ancora in corso, le loro critiche».

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