La crisi della Russia affonda il Fermano
Un nuovo allarme per i calzaturifici

La crisi della Russia affonda il Fermano Un nuovo allarme per i calzaturifici
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Domenica 15 Giugno 2014, 20:39 - Ultimo aggiornamento: 19 Giugno, 10:29
FERMO - Il mercato russo, salvagente del distretto calzaturiero fermano soprattutto negli ultimi anni, si sta sgonfiando. L'Italia è un disastro, l'Europa è ferma, la Cina ancora non dà significativi volumi di fatturato, negli Stati Uniti arrivano in pochi e attualmente non c'è un mercato che possa fare da frangiflutti alla calzatura fermana che nel 2013 ha confermato la sua leadership nell'export ma con una crescita inferiore alla media nazionale: +4,2% contro +5,5%. Il 20% del valore esportato va in Russia. Non arrivano al 10% Germania, Usa, Francia e via via tutti gli altri, con Cina e Hong Kong che pesano per l'8,7%. Ma le vere preoccupazioni sono iniziate col 2014 e con la gelata russa.



Secondo Assocalzaturifici, nei primi due mesi del 2014 è stato registrato un calo delle esportazioni verso la Russia del 18,3%, verso l'Ucraina del 7,1% e verso il Kazakistan del 4,6%. "Non c'è dubbio che la situazione generale si sia aggravata negli ultimi mesi a causa della situazione russa - conferma Arturo Venanzi, presidente della sezione calzaturiera di Confindustria Fermo. Alcuni ordini di scarpe estive non sono stati ritirati dai clienti mentre gli ordini per la stagione invernale non arrivano. La gente non spende in Italia ma nemmeno in Russia, con i buyer che hanno paura a versare gli acconti sulle forniture perché temono di non riuscire a pagare il saldo e prendere le scarpe".



Le cause del rallentamento delle commesse russe sono ormai note: le tensioni tra Russia e Ucraina e la svalutazione del rublo nei confronti dell'euro le principali. "Resto comunque fiducioso perché credo che la crisi russa, anche se più duratura del solito, sia comunque momentanea. Il mercato riprenderà. Ora bisogna tener duro, aspettare che passi la buriana per un 2015 migliore" è l'opinione di Venanzi. Secondo lo stesso vicepresidente nazionale di Assocalzaturifici, il difficile arriverà a settembre-ottobre.

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