FERMO - Non ha risposto alle domande del giudice perché ancora provato e confuso per quanto accaduto. Giovanni Petrini, l’ottantottenne accusato di aver ucciso la moglie Giuseppina Traini una settimana fa a Capodarco, si è avvalso della facoltà di non rispondere nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri mattina nel reparto di psichiatria dell’ospedale Murri di Fermo dove l’anziano si trova piantonato agli arresti domiciliari.
Il silenzio
Alla presenza del proprio difensore di fiducia, l’avvocato Giulio Cola, Petrini , nei confronti è stato ipotizzato il reato di omicidio volontario, ha comunicato al gip del tribunale di Fermo, Stefania Pepe, e al sostituto procuratore Francesca Perlini la propria volontà di non voler rispondere alle domande degli inquirenti.
Autopsia che dovrebbe confermare quanto già appurato a seguito della ricognizione cadaverica effettuata nelle ore successive al delitto: l’anziana è stata raggiunta al corpo da tre fendenti all’addome e alla gola scagliati con un coltello da cucina con una lama di circa trenta centimetri ritrovato nell’abitazione e che gli investigatori hanno immediatamente sequestrato ritenendolo l’arma con cui è stato compiuto l’omicidio. Giuseppina Traini, 85 anni, è stata trovata priva di vita sabato scorso, intorno alle 20,30, nella sua abitazione di via Fontana a Capodarco dove viveva insieme con il marito. È stata una vicina, ad avvertire i figli della coppia, Giuseppe e Marco, che quando sono arrivati nella casa dei genitori, hanno trovato l’anziano padre in evidente stato di choc e con alcune ferite sulle braccia.
La ricostruzione
Sul posto, sono arrivati gli agenti della squadra mobile e della Scientifica per i rilievi. Stando ad una prima ipotesi dell’accaduto, l’anziano in preda ad un raptus avrebbe impugnato il coltello e ucciso la moglie prima di rivolgere la lama verso se stesso in un tentativo, non riuscito, di togliersi a sua volta la vita. Increduli, per quanto accaduto, i vicini di casa e gli amici che descrivono Giuseppina e Francesco come una colpa affiatata, che passeggiava per il paese ed anche il parroco don Valeriano vedeva la donna in chiesa durante la messa mentre l’anziano era solito trascorrere qualche ora in compagnia degli amici della bocciofila.
Nell’ultimo periodo, però, non si erano più visti in giro, probabilmente da quando, a causa di una caduta, Giuseppina aveva riportato alcune fratture alle costole che la costringevano a rimanere a casa, senza potersi muoversi. Ed è in questo contesto che sarebbe maturato l’omicidio: Giovanni Petrini, esasperato dalla situazione di sofferenza che si era venuta a creare, potrebbe aver deciso di mettere in atto l’incauto gesto. L’ottantottenne è stato quindi accompagnato all’ospedale per essere medicato e poi ricoverato. Ed è qui che si trova ora piantonato poiché ritenuto il presunto responsabile dell’omicidio della moglie e sottoposto agli arresti domiciliari.
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Utilità Contattaci
Logout