Il Pronto soccorso è al collasso, medici in rinforzo da altri reparti dell'ospedale ma non c'è personale

Il Pronto soccorso è al collasso, medici in rinforzo da altri reparti dell'ospedale ma non c'è personale
di di Francesca Pasquali
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Venerdì 12 Novembre 2021, 07:10

FERMO - È in piena emergenza il pronto soccorso delll’ospedale Murri sempre più a corto di personale. I cinque medici (su 22) in organico, adesso sono quattro e pare che presto diventeranno tre. Una situazione al collasso, che l’Area vasta 4 ha provato a tamponare con un avviso pubblico rivolto ai liberi professionisti. Il bando parla di un incarico libero-professionale per titoli e colloquio. 
Gli ordini di servizio
Nel frattempo, l’Area vasta 4 ha inviato al reparto di Medicina i primi ordini di servizio. Con i medici che saranno chiamati a turnare anche in pronto soccorso. Come l’anno scorso. Sul fronte Covid, in ospedale, i ricoverati ieri erano ventidue: diciannove in Malattie infettive e tre in Terapia intensiva. Numeri che, per adesso, permettono di scongiurare riorganizzazioni interne. «Andiamo avanti con la gestione ordinaria», diceva ieri il direttore dell’Area vasta Roberto Grinta. In difesa del quale, sempre ieri, s’è mosso l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini, l’uomo che più di tutti l’ha voluto alla guida della sanità fermana. Per Saltamartini «la sola colpa» di Grinta è «di dover rimediare alle inefficienze perpetrate dal suo predecessore Livini». 
L’attacco
Il riferimento è all’attacco levato dal consigliere regionale Fabrizio Cesetti che aveva accusato il direttore dell’Av4 di «tenere il profilo basso, mentre spoglia la sanità fermana». «Sono mesi che (Cesetti) sponsorizza la preesistente buona gestione, senza tener conto di un giudizio inesorabile e inattaccabile, quello del popolo che è andato a votare», tuona Saltamartini. «L’opposizione fa opposizione – prosegue –, com’è naturale che sia. Spetta alla nuova maggioranza e ai nuovi dirigenti dimostrare che i ritardi accumulati potranno essere recuperati. La fine della gestione politica della sanità del Pd passa attraverso la valorizzazione delle professionalità che l’attuale gestione sta cercando di mettere in atto». Un botta e risposta che sembra destinato a non finire qui. Ieri, infatti, Cesetti è tornato alla carica. 
L’interrogazione
Con un’interrogazione, di cui è primo firmatario, alla giunta Acquaroli sulle criticità delle cure territoriali marchigiane.

Partendo da quelle fermane, perché è qui – spiega Cesetti – che la situazione è più problematica. «Disperata – per il consigliere del Pd – e su cui il governo regionale è incapace di incidere attraverso provvedimenti straordinari». «Il sistema delle cure territoriali – dice Cesetti – soffre di problematicità complesse, a partire dalla grande difficoltà a reperire medici di assistenza primaria, di continuità assistenziale e del 118». «Nel prossimo quinquennio, la situazione rischia di precipitare, senza interventi immediati straordinari, come potrebbe essere l’aumento dei massimali per garantire l’iscrizione di tutti i cittadini attraverso una soluzione strutturata», incalza il consigliere. Per il quale la guardia medica va riorganizzata «con l’accorpamento delle attuali sedi, l’incremento del numero degli abitanti e commisurati riconoscimenti stipendiali per il surplus lavorativo richiesto ai medici turnisti». E il 118 «trasformato in equipaggio infermieristico e automedica, con dottore a bordo, che verrebbero allertati all’occorrenza». «È ormai evidente – chiosa Cesetti – come la giunta regionale non sia capace di dare risposte alle crescenti difficoltà del sistema delle cure territoriali, determinando una situazione che, di fronte all’affacciarsi della quarta ondata di Covid, alza notevolmente il livello di rischio per la salute dei cittadini, con possibili gravi conseguenze per la tenuta dell’intero sistema sanitario». L’attenzione dell’Area vasta sull’arrivo della quarta ondata è al massimo livello. A differenza di ascoli che conta sul Mazzoni e il Madonan del Soccorso, purtroppo l’ospedaleMurri è l’unico della provincia e quindi la gestione del Covid come avvenuto l’anno scorso diventa maggiormente problematica.

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