Fermo, convocata la conferenza
dei servizi sulla centrale a biomasse

L'ex Sadam di Fermo dove dovrebbe essere realizzata la nuova centrale a biomasse
L'ex Sadam di Fermo dove dovrebbe essere realizzata la nuova centrale a biomasse
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Domenica 10 Luglio 2016, 19:08
FERMO - Venerdì si terrà la conferenza dei servizi chimata a decidere sulla VIA della centrale a biomasse di Campiglione e lil comitato Citasfe è pronto a questo importante mento annunciando di seguire l’iter autorizzativo. «La contrarietà di molti cittadini - dice una nota del comitato Citasfe - non nasce da un pregiudizio nei confronti del tipo di attività, le considerazioni riportate nelle osservazioni, scritte anche dal comitato, sono sempre scaturite da un attento studio del progetto insieme anche all’ausilio di esperti.
Oltre alle criticità evidenziate dalle nostre osservazioni, ci sono state quelle rilevate dall’Arpam, dall’Asur, dalla Provincia e da tutti i Comuni coinvolti. Ora si ricomincia - aggiunge il comitato - e nuovamente i soggetti coinvolti verranno chiamati a dare un contributo istruttorio sotto forma di un parere. I Comuni di Fermo, Monte Urano, Grottazzolina, Ponzano di Fermo, Torre San Patrizio e Rapagnano, insieme ai due importanti organi tecnici, Arpam e Asur, dovranno studiare nuovamente il progetto». 
L’amministrazione di Fermo oltre alle proprie competenze tecniche interne, ha messo in campo studi e pareri di tecnici, supportata anche da altri comuni interessati. I due organi tecnici rilasceranno i pareri secondo le loro competenze, “ambiente e salute”, contributi importanti, anche alla luce della presenza dell’ospedale e del centro Montessori.
«Speriamo - riprende la nota del comitato - che si chiarisca definitivamente se sia possibile far coesistere un’attività classificata come insalubre di prima classe con due camini alti 50mt, con un ospedale provinciale, o se gli effetti delle ricadute delle polveri e degli altri inquinanti, sulle colline di Fermo, Monteurano, Torre San Patrizio, Sant’Elpidio a Mare e su tutti gli altri paesi per i prossimi 20 anni, non produrranno alcun effetto negativo sulla salute dei soggetti più sensibili e sui circa 50.000 abitanti interessati». 
 
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